Chiusi: Alta Velocità;  associazione ‘Opzione zero’ scrive ai sindaci dei 10 comuni dell’Unione della Valdichiana senese confermando  come “ la valorizzazione della stazione ferroviaria di Chiusi C.T (e del suo casello autostradale) come stazione di fermata AV in sostituzione di quella ipotizzata alle Tre Berte sia la scelta più corretta e adeguata per fungere da porta di accesso dei flussi turistici”. Inoltre ‘Opzione zero’ ribadisce il no all’ipotesi di una “stazione in linea” che “non sarebbe operativa prima di 10/15 anni con costi elevatissimi (80 mln € circa), priva di stazione di corrispondenza sia per la linea nazionale che la regionale, priva di qualsiasi infrastruttura di servizio”

Dal Presidente dell’associazione ‘Opzione Zero’ Gaetano Gliatta riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera inviata ai sindaci dei 10 comuni della Valdichiana senese

“Egregi amministratori, vi scriviamo per sollecitare una riflessione comune sul Piano Strutturale intercomunale ed in particolare sulle previsioni relative alla stazione AV e alla migliore tutela di alcuni territori. Un Piano che avrebbe dovuto tutelare e promuovere le vocazioni dei diversi territori con una pianificazione coordinata ed equilibrata e che invece, se ne ha sicuramente valorizzato alcuni, ha però sottovalutato le peculiarità di altri con la loro conseguente penalizzazione. Fin dalla sua enunciazione è chiara la lettura che Il P.S.I. (Piano Strutturale Intercomunale) fa del sistema infrastrutturale del territorio dell’Unione (Autostrada A1, Linea ferroviaria Direttissima, Superstrada Siena-Perugia) come un sistema che semplicemente “attraversa” il territorio ma che non “serve” il (e quindi non serve al) territorio. Su tale assunto si articola la doppia previsione di una nuova stazione in linea sulla Direttissima Roma-Firenze in Località Tre Berte e l’apertura di un terzo casello autostradale in località Salcheto tra quello di Chiusi C.T. e quello di Bettolle-Valdichiana. Con la loro realizzazione si dovrebbe: “(…) valorizzare il sistema infrastrutturale veloce dell’Autostrada, della Direttissima e della Superstrada Siena-Perugia come sistema connettivo primario e di accesso al territorio intercomunale (…)” 1 . Una lettura quantomeno singolare che considera due caselli autostradali e la stazione di Chiusi C.T. come non idonei a “servire” il territorio a cui si preferisce l’ipotesi di una nuova “stazione in linea” e un ulteriore casello autostradale. Chiusi C.T. è interconnessa alla linea AV della Direttissima e le strutture di stazione sono già state adeguate alla fermata dei treni Frecciarossa. Per intenderci: con il prossimo orario invernale potremmo avere la fermata di 10 coppie di treni AV. Stazione di corrispondenza sia nazionale che regionale perché posizionata sulla principale linea italiana Roma-Firenze-Milano e stazione di testa della linea regionale Chiusi-Siena-Empoli, a meno di 10 minuti dal corrispondente casello autostradale. A tutto questo si preferisce l’ipotesi di una “stazione in linea” che non sarebbe operativa prima di 10/15 anni con costi elevatissimi (80 mln € circa), priva di stazione di corrispondenza sia per la linea nazionale che la regionale, priva di qualsiasi infrastruttura di servizio, collocata in un area agricola ancora integra e con rilevanti sensibilità ambientali per la vicinanza all’Oasi del Lago di Montepulciano, a più di 20 minuti dal Casello autostradale di Chiusi C.T. e a 35 da quello di Valdichiana. Ciò che ci preme mettere in rilievo è l’assenza della prospettiva temporale che connota le scelte operate. Se la valorizzazione di alcuni territori è fondata sulla fermata dei treni AV allora si deve essere consapevoli che ciò non avverrebbe prima di 10/15 anni. E ancora: se la scelta di concentrare oltre l’84% dei nuovi insediamenti produttivi nel triangolo compreso tra Sinalunga Torrita e la Stazione di Montepulciano appare coerente con la situazione infrastrutturale del nodo di Bettolle, non ritroviamo la stessa coerenza nell’aver semplicemente 1 Cfr. Relazione Urbanistica Generale pag. 20 “preso atto” delle peculiarità e delle vocazioni di altri territori che, ben che vada, si troverebbero a non avere infrastrutture di servizio per un arco temporale lunghissimo. La più estesa e ricca area archeologica dell’Unione (Cetona, Chianciano, Chiusi, San Casciano e Sarteano) nonché le eccellenze storico-architettoniche e paesaggistiche di Pienza (Sito UNESCO) e di Montepulciano (eccellenza nazionale del settore enologico) e quelle del termalismo di Chianciano e San Casciano sono destinate così alla marginalizzazione. Può essere questa una prospettiva sostenibile? Noi riteniamo che esistano i presupposti per avviare una riflessione collettiva che consenta l’introduzione di alcune integrazioni al Piano Strutturale fin da subito e prima della conclusione del suo iter. Lo scenario che abbiamo davanti è destinato a svolgere un ruolo particolarmente significativo nell’assetto socio-economico dell’intera area e sorprende che non sia stata introdotta alcuna misura di perequazione territoriale per ridistribuire, riequilibrare e compensare vantaggi e oneri di natura territoriale e ambientale derivanti dalla previsione di insediamenti a carattere sovracomunale come quelli produttivi previsti tra Sinalunga e Torrita. Sorprende anche che non sia stato effettuato alcun approfondimento quali-quantitativo sulle caratteristiche vocazionali dei diversi ambiti in modo da individuare forme, anche innovative, di perequazione tra le diverse funzioni (turistico-culturale e logistico-produttiva) che connotano il territorio dell’Unione. Almeno sette siti di assoluta rilevanza archeologica distribuiti tra i comuni Cetona, Chianciano, Sarteano, San Casciano e Chiusi con il suo sistema sepolcrale etrusco-romano, le già ricordate eccellenze termali di Chianciano e San Casciano e quelle storico-paesaggistiche di Pienza e Montepulciano prefigurano un polo turistico-culturale di assoluta rilevanza nazionale. Alla luce di queste considerazioni riteniamo che la valorizzazione della stazione ferroviaria di Chiusi C.T (e del suo casello autostradale) come stazione di fermata AV in sostituzione di quella ipotizzata alle Tre Berte sia la scelta più corretta e adeguata per fungere da porta di accesso dei flussi turistici. Una forma perequativa di tipo strategico che risponda e valorizzi le eccellenze di questa parte dell’Unione, altrimenti marginalizzata. Con il polo turistico incernierato sulla “porta” della stazione di Chiusi (e del suo casello autostradale) e quello produttivo sul casello autostradale di Valdichiana si otterrebbe una ripartizione di ruoli e funzioni che, oltre a valorizzare le vocazioni storiche delle due aree, può garantire un’efficace capacità distributiva e di penetrazione dei flussi provenienti dall’esterno fino alle parti più interne dell’Unione. E ciò fin da subito e non tra 10/15 anni come nel caso della stazione in linea (e del nuovo casello). In una prospettiva di questo tipo la rifunzionalizzazione dell’ex-centro intermodale di Chiusi (mai ultimato) per il potenziamento delle strutture di servizio alle fermate AV nella stazione di Chiusi C.T. sarebbe un’ulteriore scelta coerente con le politiche regionali di riuso. Un Accordo di perequazione territoriale tra i Comuni dell’Unione che, in attuazione della legge regionale, consenta la ripartizione equa anche delle risorse economiche che verranno dai nuovi insediamenti del polo logistico-produttivo per finanziare l’integrazione funzionale e operativa dei diversi siti archeologici, di quelli termali e, per ultimo ma non ultimo, il potenziamento dei servizi di collegamento con le altre eccellenze del territorio di Pienza e Montepulciano. Una forma di perequazione strategica che consentirebbe di intervenire con ben altra forza nel confronto politico in atto sull’opportunità di realizzare una stazione in linea, qualunque sia la sua collocazione. Un’Unione coesa che pone sul tavolo l’opzione zero, coerente con le altre scelte del Piano Strutturale, fortemente competitiva perché immediatamente operativa, a costi estremamente contenuti, paesaggisticamente compatibile e ambientalmente sostenibile, forte di una visione strategica d’area in grado di influenzare positivamente anche le stime sui volumi di traffico AV. Forti di queste motivazioni vi chiediamo, insieme ai 3.500 cittadini aderenti alla scrivente associazione, un’iniziativa tempestiva, forte e incisiva perché l’opzione zero sia sostenuta”.