Con il Barbiere di Siviglia, grande musica e divertimento a Castiglion Fiorentino.Il 7 aprile il capolavoro di Rossini al Teatro Mario Spina

Dopo il successo di Cavalleria rusticana torna l’opera al Teatro Mario Spina con Il Barbiere di Siviglia, uno tra i capolavori più rappresentati di tutti i tempi. Già dal manifesto, opera del famoso vignettista e pittore Alberto Fremura, si coglie l’essenza di quella che è unanimente considerata l’opera buffa per eccellenza. Protagonista dell’opera un cast formato da artisti già messisi in luce nei teatri nazionali, tra i quali citiamo il baritono Carlo Morini, nel ruolo di Figaro, alla seconda apparizione stagionale nel teatro castiglionese, Cecilia Bernini, che vestirà i panni della protagonista Rosina e il tenore Filippo Pina Castiglioni divenuto ormai uno dei più conosciuti Almaviva, forte delle sue oltre cento repliche eseguite. Completano il cast Mauro Buda che vestirà i panni di Don Bartolo, Antonio Marani che darà voce e movenze a Don Basilio, Antonella Biondo che sarà Berta e Mentore Siesto che rappresenterà Fiorello.Dirigerà Mario Menicagli, direttore livornese e direttore artistico del teatro.L’Orchestra, presente con un folto ensemble, sarà l’Orchestra Amedeo Modigliani, così come il coro che, come noto, è presente solo nei ruoli vocali maschili.Rossini, nonostante la sua fama di uomo notoriamente pigro,scrisse il Barbiere di Siviglia ad una velocità  supersonica: undici giorni diceva lui, sicuramente dal “concepimento” alla stesura finale non passarono piu di venti giorni.  Come spesso capita nello strano mondo della lirica, Il Barbiere, alla sua prima rappresentazione, il 20 Febbraio 1816 al Teatro Argentina di Roma, fu un fiasco strepitoso. Il giovane Gioacchino, con quell’opera, aveva osato sfidare il grande Paisiello, mettendo in scena, mentre era ancora vivo il famoso compositore napoletano, un’opera che lo stesso aveva gia musicato. Il confronto con Paisiello era temuto, tanto che nel libretto fu pubblicato un “Avvertimento al pubblico” in cui si affermava che: “Il Signor Gioacchino Rossini, onde non incorrere nella taccia d’una temeraria rivalità con l’immortale autore che l’ha preceduto, ha espressamente richiesto che Il Barbiere di Siviglia fosse di nuovo interamente versificato, e che vi fossero aggiunte parecchie nuove situazioni di pezzi musicali, che erano d’altronde reclamate dal moderno gusto teatrale, cotanto contagiato dall’epoca in cui scrisse la sua musica il rinomato Paisiello. Al termine della prima rappresentazione, Rossini, imbestialito da una serie di boicottaggi che ne minarono l’esecuzione, si sottrasse alla folla degli spettatori, e se ne andò da solo a piedi. Ma già alla seconda rappresentazione il pubblico romano ebbe ad inchinarsi alla musica immortale del Barbiere, cosi come, a malincuore, ebbero a fare gli ammiratori del Paisiello.