Foiano della Chiana: il Carnevale più antico d’Italia , che comincerà il 28 gennaio, presentato a Firenze. Pieno sostegno al progetto del comune di Foiano della Chiana, che insieme ad altri sei carnevali storici d’Italia, ha l’obiettivo di presentare la candidatura all’Unesco come patrimonio immateriale

Quest’anno il Carnevale di Foiano della Chiana  celebra la sua 485esima edizione. Una tradizione che affonda le radici fino al 1539 con i primi documenti che raccontano di un gruppo di cittadini che organizzava la prima esperienza di carnevale. Si tratta di un evento che coinvolge centinaia di persone che nei quattro cantieri (Bombolo, Azzurri, Rustici e Nottambuli) lavorano incessantemente tutto l’anno per costruire i giganteschi carri e organizzare spettacoli.Il programma partirà con la prima sfilata, domenica 28 gennaio, e proseguirà per tutte le domeniche di febbraio. Quest’anno torna protagonista la figura femminile di Zinfarosa, la regina del Carnevale. E tra i temi in primo piano ci sarà quello della violenza sulle donne.Una scelta particolarmente apprezzata dal presidente del Consiglio regionale  della Toscana Antonio Mazzeo durante la presentazione del Carnevale: “complimenti per la scelta del tema- ha detto -. È un momento triste quello che stiamo vivendo l’Italia, troppe sono le violenze e se soltanto una donna, partecipando al Carnevale, troverà la forza di denunciare sarà stato raggiunto un risultato molto importante. Oltre a far divertire questo evento lancia un messaggio sociale molto forte”. Il presidente Mazzeo,ha dato pieno sostegno al progetto del comune di Foiano della Chiana, che insieme ad altri sei carnevali storici d’Italia, ha l’obiettivo di presentare la candidatura all’Unesco come patrimonio immateriale. “Nel paese c’è grande amore per questa manifestazione – spiega la consigliera regionale Lucia De Robertis – con centinaia di persone coinvolte per ogni cantiere. Un radicamento dimostrato dai numeri, con più di mille persone coinvolte su 9mila abitanti. Dal 2019 il Consiglio regionale ospita la presentazione di questa manifestazione perché crede che valorizzandola si faccia conoscere meglio il territorio, rendendo giustizia a chi lavora su un evento come questo tutto l’anno”. Per il consigliere regionale Vincenzo Ceccarelli: “siamo di fronte al Carnevale più antico d’Italia. È una manifestazione che porta un po’ di leggerezza, in un momento non semplice. Gran parte del volontariato di Foiano della Chiana è impegnato in questa manifestazione tutto l’anno per presentare dei carri allegorici veramente molto belli, ai livelli di quelli di Viareggio o Rio de Janeiro. Partecipando si dà soddisfazione ai volontari e agli organizzatori che fanno di questo evento un appuntamento strategico per l’amministrazione comunale. È una parte bellissima della Toscana che merita di essere visitata”.“Si riparte con tanta voglia e tante motivazioni – racconta il sindaco di Foiano della Chiana Francesco Sonnati – questa è forse la manifestazione che più di ogni altra ci caratterizza. Un progetto che coinvolge centinaia di persone e che appassiona tutti, e che oggi è anche un elemento di aggregazione sociale. Un grande ringraziamento va ai quattro cantieri e al comitato del Carnevale che ci permette di organizzare l’unico carnevale che sfila nelle vie del centro storico”.Per il vicesindaco e assessore alla Cultura Jacopo Franci: “Il Carnevale non è semplicemente un evento di costume e di tradizione, ma soprattutto un progetto a forte impatto turistico, che porta migliaia di persone nella nostra città e che scoprono le bellezze e le eccellenze di Foiano. Ogni anno, infatti, attorno al Carnevale costruiamo tante opportunità di scoperta e di visita del patrimonio culturale”.“Quest’anno – sottolinea il presidente dell’associazione Carnevale di Foiano Andrea Capannelli – abbiamo deciso di riportare in piazza come grande protagonista la Zinfarosa, moglie di Re Giocondo, che era stata accantonata negli ultimi anni, anche per dare risonanza a temi importanti e delicati come la violenza sulle donne. Per questo abbiamo deciso di riportare questa figura nei nostri manifesti storici”.