Il viaggio di Aleardo Paolucci e Papa Pio II in mostra al Santa Maria della Scala di Siena .Aperta la mostra con 54 opere del pittore toscano dedicate al Pontefice. Sarà visitabile fino al prossimo 9 giugno per poi spostarsi a Pienza e Roma

 

Aleardo Paolucci e il suo rapporto con il Papa Pio II sono al centro di una importante mostra inaugurata oggi al complesso museale Santa Maria della Scala di Siena che, attraverso 54 opere grafiche e pittoriche, mira a far conoscere la straordinaria arte del pittore toscano.  “Aleardo Paolucci. Tra Pienza, Siena e Roma sulle tracce di Pio II” parte da Siena, dove sarà visitabile fino al prossimo 9 giugno, per poi spostarsi a Pienza al Conservatorio San Carlo Borromeo il 6 luglio e in seguito a Roma a Palazzo Merulana il 23 gennaio 2025. A presentare la mostra, questa mattina 11 aprile, sono stati Chiara Valdambrini, direttore della Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala, Niccolò Fiorini, vicepresidente Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala, Carlo Rossi, presidente Fondazione Monte dei Paschi di Siena, la curatrice della mostra -Laura Bonelli di Vernice Progetti Culturali, Stefano Sbarluzzi, ENKI produzioni, Giampietro Colombini, vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Pienza e Paola Centanni, direttore di Palazzo Merulana. “Luogo di arrivi e partenze lungo la via Francigena, di accoglienza, cura e welfare, il complesso museale Santa Maria della Scala, anche in occasione della mostra dedicata all’artista Aleardo Paolucci, alimenta e ispessisce la sua insita vocazione. La nostra, infatti, è la prima tappa di un viaggio che attraversa tre sedi, Siena e il suo Antico Ospedale, oggi museo, Pienza e Roma che in sinergia si sono spese per organizzare questa esposizione.Tante le opere che nel percorso di visita ci portano a scoprire ‘un lungo racconto di vita’, un Umanesimo, quello di Paolucci che, prima da uomo e poi da artista, ha trovato nel radicamento nella propria terra, nella bellezza e nella meraviglia la chiave di lettura della sua produzione pittorica che ha avuto modo di esprimersi e realizzarsi anche nell’esecuzione di alcuni drappelloni per il Palio di Siena”, ha esordito Chiara Valdambrini. Parole ribadite da Niccolò Fiorini che ha portato il saluto di tutto il Cda: “Siamo molto lieti di collaborare con istituzioni e realtà culturali per valorizzare la figura di Aleardo Paolucci. Siamo la prima tappa di un percorso che ha attivato una serie di connessioni tra gli enti del territorio, e non solo: proprio l’avvio di collaborazioni rappresenta uno degli obiettivi della Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala”. A prendere la parola è stato quindi Carlo Rossi: “Per la Fondazione Mps, legata profondamente al territorio, è stato naturale partecipare – tramite la società strumentale Vernice Progetti Culturali – alla mostra itinerante di un artista come Aleardo Paolucci le cui opere sono intimamente radicate ai luoghi natii e ad un protagonista della terra pientina, come Papa Pio II; entrambi sono accomunati dalla capacità di superare i confini della Val d’Orcia, l’uno utilizzando il linguaggio dell’arte, l’altro con l’universalità della storia. La promozione dell’identità e unicità di un territorio passa anche attraverso iniziative come queste che fanno conoscere e riscoprire i propri artisti. L’anteprima espositiva ‘Aspettando Paolucci’ che ospitiamo a Palazzo Sansedoni fino al 27 aprile si colloca in questa direzione, offrendo l’ennesima occasione per valorizzare le opere della collezione della Banca Mps, frutto del proficuo accordo di collaborazione siglato fra Fondazione e Banca”. Un viaggio che parte dalla terra natale dell’artista, Pienza, come ha spiegato Giampietro Colombini: “Il Comune di Pienza esprime entusiasmo e soddisfazione per l’iniziativa della mostra itinerante di Aleardo Paolucci, già consigliere comunale e protagonista per decenni della vita culturale pientina. L’impegno artistico e civile ha caratterizzato la sua vita; la sua rappresentazione del paesaggio e della storia locale è divenuta un’icona ammirata da cultori della pittura e da viaggiatori italiani e stranieri. Paolucci ha collaborato nel corso della sua vita di artista con questo Comune per allestire mostre di grafica con i maggiori pittori italiani,concorrendo in tal modo ad elevare Pienza a cittadella dell’arte e della cultura – ha aggiunto -. Felici per questo evento di cui siamo partecipi, inviamo complimenti ed auguri alla famiglia Paolucci e agli organizzatori delle mostra presso la prestigiosa sede del complesso di Santa Maria della Scala, a Siena, in attesa di accoglierla a Pienza”. vDopo Pienza, la mostra sarà a Roma, a Palazzo Merulana: “Uno spazio che nasce dalle ceneri dell’ex ufficio Igiene di Roma, un edificio storico parzialmente demolito negli anni Sessanta ed oggi trasformato in uno splendido museo di arte figurativa italiana del Novecento. Un esempio di vera e propria rigenerazione urbana: la trasformazione di un rudere edilizio in un luogo di bellezza restituito alla cittadinanza, proprio come fu il progetto visionario di Enea Silvio Piccolomini nel desiderio di voler trasformare un borgo medievale in una città moderna. La serie di dipinti in mostra nei Magazzini della Corticella del Santa Maria della Scala, sono stati realizzati da Paolucci in occasione del VI centenario della nascita di Pio II, e rappresentano un omaggio al Pontefice e a Pienza. Si tratta di 54 opere, sia grafiche che pittoriche, che raccontano la vita e gli episodi più significativi legati alla figura del Pontefice che Paolucci ha sapientemente reinterpretato utilizzando varie tecniche artistiche, tra cui olii, tempere, acrilici, scaglie d’oro e sabbia.  La mostra, così come lo stesso Paolucci l’aveva concepita e curata nel 2005,è ancora oggi estremamente attuale nel panorama artistico contemporaneo, a dimostrazione dell’eccezionale padronanza tecnica dell’artista e della sua volontà di inserire le figure in uno spazio geometrico definito, attraverso l’uso sapiente di linee e chiaroscuri. Paolucci utilizza una comunicazione emotiva che analizza le fortune della casata Piccolomini e al tempo stesso racconta la storia delle comunità attraverso allegorie simboliche, degli usi e costumi rinascimentali.