Montepulciano : consigliere regionale Marco Casucci (Lega),”a seguito della risposta ad una nostra interrogazione restano molte perplessità riguardo al provvedimento relativo al progetto di recupero di purea organica in località Fornacelle”
Da Marco Casucci, consigliere regionale della Lega, riceviamo e pubblichiamo
“Dopo aver presentato una specifica interrogazione, in merito al provvedimento unico regionale sul progetto per il recupero di purea organica mediante produzione biogas per la produzione di energia elettrica e termica, in località Fornacelle nel comune di Montepulciano sono rimasto allibito dalla risposta dell’Assessore, che, nel dichiarare come l’interrogazione abbia accuratamente illustrato il fatto in premessa ed evidenziato le perplessità e criticità in merito, ha concluso dicendo che il procedimento è tuttora in corso e la determinazione finale non potrà che essere adottata tenendo in debito conto i dati di fatto e gli interessi via via considerati. La mia perplessità è nel constatare una ovvietà, cioè: come può essere autorizzato un impianto che gli stessi uffici regionali evidenziano essere localizzato in un’area non idonea per l’attività di gestione dei rifiuti? Come può essere autorizzato un impianto che per ARPAT presenta ancora dei forti dubbi per quanto concerne la statigrafia geologica dell’area, non è chiara la gestione delle terre e rocce da scavo, non è chiara la provenienza di questi rifiuti, in relazione all’applicazione del principio di prossimità, sulla stessa natura e qualità degli eventuali fertilizzanti prodotti? Come è possibile attendere ancora davanti alle criticità avanzate da Asl e dal settore autorità di gestione FEARS, per non parlare delle osservazioni prodotte da WWF Perugia?. Se da un lato le imprese chiedono decisioni veloci da parte delle pubbliche amministrazioni, sarebbe potuta essere velocissima la risposta da parte della Giunta ad un progetto che presenta numerose criticità: un semplice NO, non si accoglie la domanda. A differenza dell’Assessore, che invece definisce la nostra azione come “anticipatoria” degli esiti, se è vero che i procedimenti amministrativi devono essere sviluppati secondo certe regole e procedure, dall’altra, è sempre bene ricordarlo, ricade la scelta politica degli organismi di governo che possono rigettare o autorizzare un progetto anche contrastando il parere tecnico.In Toscana, infatti quando si tratta di opere che interessano al PD, i dati tecnici non vengono tenuti in considerazione. E’ successo per il potenziamento dell’aeroporto di Peretola, ma anche per la TAV di Firenze ecc. Mentre quando non sono opere ritenute strategiche, allora occorre ascoltare gli uffici. Ma come è possibile che gli uffici della stessa Giunta esprimano forte contrarietà ad un progetto e l’Assessore dichiari che l’iter è ancora in corso e che quindi dobbiamo aspettare gli esiti della conferenza dei servizi; ci sembra, davvero, tutto paradossale.Dal nostro punto di vista assumendo un approccio non ideologico, abbiamo scelto di sposare politicamente la contrarietà su questo progetto per almeno 2 ordini di motivi: 1. La localizzazione è sbagliata. Infatti il progetto trasforma l’impianto esistente facendogli perdere la propria natura di attività connessa all’agricoltura, per farlo diventare un impianto di energia e gestione rifiuti. Il piano regionale dei rifiuti individua le aree idonee e quelle non idonee. L’area di progetto è interessata da criteri escludenti e pertanto l’area risulta non idonea alla localizzazione di attività di gestione dei rifiuti. Basterebbe questo per dire no al progetto, ma aggiungo che non vogliamo rendere la Toscana la pattumiera del Centro Italia. Occorre ribadire due principi che qualificano le normative europee e nazionali sui rifiuti: il principio di prossimità e di autosufficienza a livello di ambito. Questi due principi insieme ci dicono che dove si produce il rifiuto, lì deve essere recuperato o smaltito. Il progetto ha una grande lacuna e cioè non si capisce da dove arrivino i rifiuti. Davanti a questi fatti, ancora una volta la Giunta regionale dimostra la sua debolezza perché avrebbe già avuto modo e occasione per stoppare queste proposte, che contrastano con i piani e programmi regionali, essendo già stati sonoramente bocciati dagli stessi uffici tecnici della Regione.”