Montepulciano: il 6 aprile alla Sala Polivalente Ex Macelli  andrà in scena uno spettacolo teatral-musicale scritto da Giorgio Cioncoloni, “Quando sognavamo la California”; un viaggio tra i giovani e la musica degli anni ’60.

Sabato 6 aprile, alle ore 21,15, alla Sala Polivalente Ex Macelli di Montepulciano, andrà in scena uno spettacolo teatral-musicale scritto da Giorgio Cioncoloni: “Quando sognavamo la California”: un viaggio tra i giovani e la musica degli anni ’60. I brani musicali saranno eseguiti dal vivo da “I Rivelati”: Sandro Buonavita, Giorgio Cioncoloni, Riccardo Garzelli, Lucia Mangiabene, Marcello Marrocchi, Stefano Petraccelli e Umberto Trabalzini. Le voci narranti saranno quelle di Francesca Carnieri e Francesco Storelli che, con l’aiuto della musica,  racconteranno gli anni ’60, quando l’elettrodomestico più usato era la radio; la televisione, che pochi si potevano permettere, era in bianco e nero e aveva solo due canali; quasi tutti gli stati erano divisi politicamente in due blocchi, quello orientale, comunista, guidato dalla “grande madre” Russia, e quello occidentale, capitalista, guidato dalla “democratica” America. “Quella stessa America che, per esportare la “sua” democrazia nel Vietnam comunista, si incagliava- sottolinea una nota diffusa dagli organizzatori dello spettacolo – in una lunga e sanguinosa guerra, che mandava a morte decine di migliaia di giovani americani.E allora i giovani iniziarono a scendere in piazza per protestare, utilizzando la musica per coinvolgere e tenere insieme centinaia di migliaia di persone.Nasceva così il sogno di un mondo diverso che spinse una generazione di giovani a ribellarsi al proprio futuro, programmato da una società da cui non si sentivano rappresentati e di cui non condividevano gli ideali. E la musica “beat” era la colonna sonora di questo sogno.Rumorosa, rompeva schemi e tradizioni, parlava di pace e trasgressione e autorizzava a pensare che un mondo migliore fosse possibile, coinvolgendo addirittura cantanti disimpegnati come Gianni Morandi e Lucio Battisti. Prevalentemente veniva suonata da giovani strani, vestiti male, con i capelli lunghi e gli stivaletti a punta, con il tacco alto: i Rokes, i Nomadi, l’Equipe 84, i Corvi, i Dik Dik, i Ribelli, i Quelli. Tutto il contrario di ciò che la cultura musicale del tempo considerava “normale”. Erano anche gli anni del Piper, luogo simbolo della musica “beat”, e delle sue “regine”: Caterina Caselli e Patty Pravo.In pista, insieme a loro, complessi che suonavano dal vivo quella nuova musica che istigava al ballo trasgressivo e scatenato e che contribuiva a cambiare i rapporti tra ragazzi e ragazze, in quell’Italia del boom economico in cui i genitori desideravano per i figli solo un successo standard: un lavoro sicuro, un’automobile, una casa, una moglie, dei figli.In sintesi, una vita pianificata. Ma i figli- conclude la nota  volevano tutto questo?”