Perugia : birra artigianale Made in Umbria: ;da oggi è possibile grazie alla Filiera corta del luppolo umbro

Luppolo e birra artigianale come prodotti agricoli legati al territorio, ormai quindi come l’olio e il vino. Quello che sembrava solo un sogno ora è realtà visto che è possibile oggi una birra tutta made in Umbria, con l’obiettivo presto anche di un marchio Igt.  Ora c’è davvero tutto, dalla ricerca alla produzione fino alla filiera, grazie al bando sulla Filiera corta del Luppolo in Umbria con il quale la regione si sta caratterizzando come leader nazionale nella produzione di luppolo.Questi i temi della tappa umbra della “Italy Beer Week”, contrassegnata dalla presentazione di quello che ormai è il modello umbro di filiera del luppolo, fatto di innovazione, aggregazione e sostenibilità, che proprio dall’Umbria è partito facendo scuola a livello nazionale. In occasione dell’importante evento dedicato alla birra, che si sta svolgendo in tutta Italia a Perugia si è svolto un “Beer&Hop Talk” dal titolo “La Filiera corta del Luppolo in Umbria: un modello di innovazione, aggregazione e sostenibilità”. L’esperienza virtuosa umbra è resa possibile grazie alla Rete di imprese “Luppolo Made in Italy”, con sede a Città di Castello, realtà che opera grazie al Piano di Sviluppo Rurale della Regione Umbria che ha introdotto una Misura di sostegno allo sviluppo della Filiera del Luppolo e una Misura di sostegno alla promozione del Luppolo prodotto in Umbria. “Grazie ad Italy Beer Week – ha affermato Stefano Fancelli, presidente di Luppolo Made in Italy – portiamo all’attenzione del mondo della birra l’esperienza della filiera del luppolo umbro, visto che quello della Regione Umbria è il primo bando di promozione della filiera corta del luppolo a livello nazionale. Siamo quindi a disposizione del mondo della birra artigianale italiana anche per superare il concetto di bevanda della socialità e arrivare a quello di eccellenza del Made in Italy. Considerare luppolo e birra artigianale tra i prodotti italiani di eccellenza è la novità assoluta”. Per Roberto Morroni, vicepresidente Regione Umbria e assessore regionale all’agricoltura, far partire dall’Umbria la filiera nazionale del luppolo è stata una “sfida”. “Di “lavoro importante” svolto con tutti gli attori della filiera ha parlato Matteo Bartolini, vicepresidente nazionale CIA e presidente regionale Umbria, sottolineando poi che questo ha portato a compimento “un progetto di ricerca condiviso con la Regione che ha messo in piedi il primo bando regionale sul luppolo a livello nazionale”. “Oggi – ha aggiunto – c’è un consumatore più attento e alle sfide dell’agricoltura va dato un nuovo quadro di opportunità. Ed in questo caso si può parlare di ‘glocalizzazione’ per identificare un prodotto e legarlo al territorio anche come veicolo di promozione turistica”.La Italy Beer Week è l’evoluzione della Settimana della Birra Artigianale, iniziativa che dal 2010 celebra la birra di qualità, nazionale e straniera. L’edizione 2023 vede la partecipazione di 350 aderenti in tutta Italia, che stanno proponendo eventi e promozioni a tema.Durante l’incontro si è parlato anche delle varie esperienze che stanno nascendo di birre realizzate solo con luppolo umbro. “Quando abbiamo iniziato a ragionare sul progetto birrificio – ha dichiarato Antonio Boco di Birra Perugia e in rappresentanza di UnionBirrai Umbria – nella metà degli anni duemila l’attenzione era sulla produzione. Le cose sono cambiate, il mercato oggi è in una fase diversa, i birrifici si sono strutturati e si sono ancorati all’agricoltura, passaggio necessario per ridare alla birra lo status di prodotto ‘made in Italy’ legato con la filiera agricola e il territorio”.“Parlare di materia prima italiana per i birrifici sembrava impossibile – ha proseguito Marco Farchioni di Mastri Birrai Umbri – ma abbiamo dimostrato che si può fare del luppolo buono, che si può fare del malto buono. Il prossimo passo è quello di proteggere questa realtà, quella che oggi ci porta a poter realizzare una birra ‘made in Umbria’ e di pensare che è possibile anche un marchio Igt. Ci sono le certezze della produzione, della filiera e anche della ricerca, con il Cerb. Investiamo ancora in questa utopia”.