Presentata l’edizione 2024 del Concorso enologico regionale “L’Umbria del vino”. Obiettivo, superare le 58 aziende dello scorso anno

Arrivato alla sua terza edizione (2024),il Concorso enologico regionale “L’Umbria del Vino” guarda ancora più in alto per alzare l’asticella, non solo quella della qualità dei vini ma anche dei territori di vocazione. Rivolto alle aziende vitivinicole umbre, quindi con sede e/o unità locali produttive nella regione, “L’Umbria del Vino” ha tra i suoi obiettivi principali quello di valorizzare l’opera delle cantine umbre, con particolare riferimento alle medie e piccole realtà, per favorirne la conoscenza e l’apprezzamento nei consumatori nonché rafforzarne la presenza nei mercati locali, nazionali e internazionali.Ma anche quelli di stimolare sempre di più i produttori verso un miglioramento della qualità del prodotto, oltre che di sostenere lo sviluppo del turismo attraverso la diffusione del patrimonio enogastronomico di eccellenza del territorio.La terza edizione è stata illustrata nella Sala del Consiglio della sede di Perugia della Camera di Commercio dell’Umbria alla presenza, tra gli altri, del presidente Giorgio Mencaroni (presidente del Comitato organizzatore del Premio) e del segretario generale Federico Sisti (pubblico ufficiale del concorso). Unico concorso enologico umbro, ha ricordato subito il presidente Mencaroni, ad essere stato autorizzato già dal 2021 dall’allora Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e che quindi si differenzia da un classico premio e banco di assaggio soprattutto per l’accurata procedura ministeriale alla quale sono sottoposte le vari fasi in cui si articola. Mencaroni ha ricordato il fatto che in entrambe le precedenti edizioni hanno partecipato 58 cantine, all’incirca l’85% del comparto, con circa 160 vini. “Questo dimostra attenzione da parte delle cantine umbre – ha sottolineato il presidente dell’ente camerale umbro – con il dato più positivo che è quello dell’alta qualità raggiunta dai vini, anche quest’anno giudicati da una commissione altamente qualificata che è coordinata dal presidente Riccardo Cotarella, una delle massime autorità che esistono a livello internazionale per l’enologia. La qualità ottenuta è una buona cosa per quello che riguarda naturalmente anche i mercati, sia nazionali che internazionali”. Il 2023 è stato poi, come ricordato ancora da Mencaroni, un anno pesante per l’entità della raccolta ma gli agricoltori umbri hanno reagito per salvare le loro uve: “Durante la vendemmia in Italia ci sono state lamentele costanti perché la peronospera ha invaso tutte le regioni, ma l’Umbria è una di quelle che è riuscita a produrre meglio perdendo circa un 20% del prodotto mentre altre hanno raggiunto un -40-45%. Un risultato questo ottenuto non solo per fortuna o per un territorio diciamo benedetto dal cielo,ma direi grazie anche all’intervento dei nostri produttori vitivinicoli che hanno fatto quei trattamenti necessari per salvaguardare il prodotto”.Anche le Strade del Vino e dell’Olio dell’Umbria, come ha poi evidenziato il presidente Paolo Morbidoni, sono attive per dare il loro contributo al concorso. “Il vino – ha detto – è un prodotto ma è per noi soprattutto territorio. Questo pezzo di economia che una volta era marginale nelle cantine oggi è una fetta sempre più significativa nel bilancio aziendale. La crescita del premio va anche in questa direzione e per questo stiamo ragionando con il Comitato organizzatore di andare a riconoscere, con procedura dedicata, non solo il prodotto vino ma anche l’accoglienza”. Anche per il presidente Mencaroni l’aspetto del mercato del turismo legato al vino è ormai un fattore importante: “Sempre più i turisti cercano l’aspetto enogastronomico quando vanno a visitare ma sono in aumento appassionati legati in generale al mondo dell’agricoltura. Si vogliono infatti degustare vini e prelibatezze della nostra terra ma essenzialmente si vogliono conoscere le nostre campagne, i nostri territori e conoscere i borghi della nostra Umbria. Possiamo dire ormai che anche il mondo agricolo, con una serie di manifestazioni e di attività,è a pieno titolo dentro il mondo del turismo”.Valorizzare un prodotto identitario come il vino “era un dovere e oggi è una necessità”, ha successivamente sottolineato il direttore di Confcooperative Umbria, Lorenzo Mariani: “Stiamo pensando costantemente a come migliorare l’appeal del premio per renderlo maggiormente attrattivo, con l’obiettivo che abbiamo che è quello di superare le 58 aziende dello scorso anno”.Il concorso è dedicato alle seguenti categorie di prodotto: vino bianco, vino rosso, vino rosato, vino spumante di qualità, vino frizzante, vino dolce. I vini partecipanti, eccetto i vini spumanti di qualità, devono essere infatti classificati esclusivamente come DOC (denominazione di origine controllata), DOCG (denominazione di origine controllata garantita) e IGT (indicazioni geografiche tipiche).