Siena: il Consiglio Comunale approva il regolamento per la salvaguardia delle aree di particolare interesse per contrastare il proliferare di esercizi destinati a un turismo mordi e fuggi e salvaguardare il centro storico. Negativo il giudizio di Valentini del Pd secondo cui andrebbe fatto di più

L’assemblea consiliare di Siena ha approvato  il Regolamento per la salvaguardia delle aree di particolare interesse del territorio del Comune perchè, come ha ricordato l’assessore al Turismo e Commercio Alberto Tirelli <<la presenza turistica nel centro storico è fortemente aumentata nel corso dell’ultimo decennio e ha trascinato l’offerta produttiva verso categorie squisitamente turistiche (souvenir, somministrazione veloce, commercio e artigianato alimentare con consumo sul posto…), spesso a depauperamento di tutte quelle attività rivolte ai residenti. Per questo abbiamo pensato a un regolamento che punti a contrastare il proliferare di esercizi destinati a un turismo mordi e fuggi, al fine del perseguimento di una politica di salvaguardia del centro storico, sito UNESCO dal 1995 quale espressione dell’identità culturale della comunità senese>>.  Da qui <<la necessità – come ha evidenziato Tirelli – di modificare la ripartizione del territorio comunale in 4 zone, anziché  3, con caratteristiche commerciali omogenee, introducendo delle misure correttive per riequilibrare la presenza delle varie tipologie poiché negli ultimi anni alcune vie, come Pantaneto e Camollia, direttrici importanti del flusso turistico in entrata e in uscita, hanno visto una crescita esponenziale e non controllata di attività del settore alimentare a discapito delle attività storiche della città>>. Per niente soddisfatto  il consigliere comunale del Pd Bruno Valentini che chiede agevolazioni fiscali e norme di tutela del commercio nel centro storico. “L’attuale Amministrazione finalmente porta a termine- ha sostenuto – un progetto già impostato da quella precedente. Ovvero l’allargamento della zona (detta zona 1 del centro storico) dove le licenze di ristorazione sono limitate. Hanno deciso che le strade che verranno aggiunte al contingentamento sono: Camollia, Pantaneto, San Pietro e via dei Rossi. Bene nello specifico, male, malissimo in generale. Siamo nel mezzo di una crisi epocale. Perché alle difficoltà ordinarie (concorrenza del commercio elettronico e delle grandi superfici di vendita) della rete commerciale si è aggiunta la crisi Covid e la riduzione di consumi cittadini dovuta al “lavoro a distanza”. In tutta Italia rischiano la chiusura migliaia di esercizi, compresa Siena, e già si vedono le prime saracinesche abbassate. È un problema generale, ma ogni Comune può fare qualcosa di importante e Siena – ha aggiunto – non lo sta facendo. Potrebbe ad esempio prevedere (come abbiamo chiesto) agevolazioni fiscali per i proprietari di immobili disponibili a ridurre gli affitti, tema molto sentito a Siena, che potrebbe avvantaggiare chi dispone di capitali ingenti od addirittura è meno attento al rapporto costi/ricavi. Ma soprattutto l’Amministrazione contemporaneamente sta per autorizzare molti nuovi supermercati e centri commerciali, che potrebbero inferire un colpo mortale ad un sistema già traballante, per via anche del calo del turismo. Inoltre ho ricordato che la legge permette ai Comuni di introdurre particolari norme di tutela del commercio nei centri storici di pregio non solo per bevande ed alimenti ma anche nel resto delle categorie, per salvaguardare la qualità dell’offerta in una città unica, che snaturerebbe il volto di Siena. Ma il Comune non lo sta facendo. Anzi, ci prendono anche in giro. Istituendo un “centro commerciale naturale” nel centro storico, in palese contraddizione con l’allargamento indiscriminato dei centri commerciali. Del resto, cosa attendersi da un Assessorato che voleva introdurre una Pro Loco a Siena?”.