Siena: Nicola Bettollini, Segretario della Federazione Provinciale Senese del Partito Comunista, “no alla decisione del governo che non farà più erogare all’Inps l’indennizzo per malattia covid con effetto retroattivo”

Da Nicola Bettollini, segretario della Federazione provinciale senese del Partito Comunista, riceviamo e pubblichiamo

“Nella nostra provincia, oltre le “chiacchiere” che stanno facendo PD e Centrodestra, ricordando a tutti che sono insieme al governo nazionale, uniti per difendere i loro interessi, quelli delle banche (soprattutto quelli di UNICREDIT a scapito di MPS) E del capitale, la realtà è ben diversa: lL’Inps ha comunicato che da agosto (con effetto retroattivo per tutto il 2021) non sarà più ritenuta malattia la quarantena da Covid-19. Di punto in bianco è arrivato un ulteriore attacco ai lavoratori da parte di chi comanda realmente l’Italia, Confindustria. La decisione è stata presa dall’Inps con a capo Tridico, che l’anno scorso si è più che raddoppiato lo stipendio, anche in questo caso con effetto retroattivo, il suo stipendio ( da 62.000 a 150 mila euro), come sempre accade per i manager e i grandi industriali i soldi per aumentarsi i loro già lauti stipendi ci sono, per garantire i diritti basilari a chi vive del proprio lavoro e che sono costretti in quarantena a causa del covid-19 non ci sono mai.  Insomma, non ci sono i soldi e così quanto previsto finora dalla legge in vigore (l’articolo 26 del decreto-legge n. 18/2020, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 27/2020) non può essere più attuato. L’Inps di conseguenza chiude i rubinetti, con effetti che però rischiano di essere pesantissimi per lavoratrici e lavoratori. I Lavoratori infatti saranno costretti ad utilizzare permessi e ferie per coprire il periodo di quarantena, sempre che ne abbiano ancora.Un’altra questione riguarda i lavoratori “fragili” (che si trovano in una condizione di elevato rischio contagio derivante da immunodepressione o da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita) che non si vedranno più riconoscere la prestazione a partire dal 1 luglio 2021. Il decreto legge 105/2021, si limita infatti ad estendere al 31 ottobre per i lavoratori fragili solo il diritto al lavoro agile previsto dall’articolo 26, comma 2-bis, del già citato decreto 18 del 2020. Ma per chi non può svolgerlo da casa salta qualsiasi forma di copertura previdenziale.  Quando si tratta di trovare i soldi per salvaguardare i padroni e i grandi manager, questi vengono sempre trovati in pochissimo tempo, quando si parla della vita e della dignità dei lavoratori invece viene chiesto loro sacrifici e perdita dei loro diritti fondamentali, come la malattia. Tutta colpa del governo chino agli interessi dei grandi gruppi capitalistici”.