Stazione MedioEtruria per l’Alta Velocità: a metà novembre ultimo ‘tavolo tecnico’ per individuare il sito dove realizzarla che vada bene alle regioni della Toscana e dell’Umbria. Poi la parola finale passerà alla politica

Di Fabrizio Camastra

Presto la decisione su Medioetruria passerà dal tavolo tecnico a quello politico e le valutazione logico-scientifiche molto probabilmente lasceranno il passo a criteri di natura diversa, ideologiche, di mero campanilismo o semplicemente di pragmatismo elettorale, con il bacino che esprime più voti ha maggiori possibilità di essere preso in considerazione. Tutto sommato anche questo sarebbe buon senso. E sotto tale prospettiva Rigutino con 1,4 milioni di utenti avrebbe maggiori possibilità che Creti e Montallese. Sul tavolo della politica peseranno le valutazioni di cui sopra, come pure potranno essere prese in considerazione le motivazioni tecniche e in queste vi è pure l’ipotesi di non farla proprio questa stazione nuova, puntando sulla valorizzazione degli scali di Arezzo e Chiusi, ipotesi contemplata dai tecnici che nelle ultime riunioni, facendola propria, l’avevano aggiunta a tutte quelle fino ad ora prospettate: appunto Rigutino, Creti, Montallese. L’ipotesi di valorizzare le stazioni già esistenti trova il favore del Comitato per la Valorizzazione delle stazioni di Arezzo e Chiusi nato quando questa ipotesi non veniva nemmeno presa in considerazione dagli studi sulla mobilità delle due regioni interessate alla nuova stazione, la Toscana e l’Umbria. Il Comitato parte da una prospettiva di buon senso, facendo primariamente leva sul risparmio di circa 80 milioni di euro e 6 anni di lavori, tanto costerebbe l’opera sulla carta, senza tener conto delle variazioni degli indici di inflazione e dei ritardi che non mancano mai. In questi giorni il Comitato, che vanta numerose adesioni di cittadini comuni e di nessuna adesione politica, si è fatto nuovamente sentire: “Siamo assolutamente contrari alla sconsiderata ipotesi di realizzare una nuova stazione in linea, ovunque dovesse essere collocata, per tantissimi motivi più volte ripetuti e motivati – ma essenzialmente – perché le stazioni esistenti sono operative per ricevere i treni dell’Alta velocità”. Ricordiamo che per adeguare le stazioni di Arezzo e Chiusi, anche a scali di Alta velocità, negli ultimi anni sono stati investiti 7 milioni di euro. In più la stazione di Arezzo è stata recentemente rimodernata in tutta la zona esterna. Ma come detto sopra le ragioni politiche possono seguire traiettorie che prescindono in tutto o in parte da ragioni tecniche. Su tutto vale l’esempio di scuola della ragion di Stato. E poi ci sono le dinamiche di interazioni nella maggioranza, con i territori e i legittimi interessi economici. La partita dunque è apertissima e probabilmente entro la primavera ne sapremo qualcosa perché l’ultimo tavolo tecnico si riunirà a metà novembre e poi sarà campo libero per la politica, che dovrà assumersi la responsabilità di fare e dove o di non fare la nuova stazione di Alta velocità. Scelta che molto probabilmente cadrà prima della tornata elettorale delle europee, allorquando si voterà anche in Toscana.