Toscana : Coldiretti , “lo stop all’obbligo delle mascherine taglia i costi per 500 mila euro al mese nei campi”

Non solo aria di libertà per tutti ma anche taglio dei costi per le imprese con la fine dell’obbligo delle mascherine che fa risparmiare almeno mezzo milione di euro al mese nelle campagne toscane. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti Toscana sugli effetti del superamento dell’obbligo di indossare la mascherina all’aria aperta da ieri venerdì 11 febbraio . Una scadenza importante – sottolinea Coldiretti – per oltre 56 mila lavoratori nelle campagne dove gran parte delle attività si svolge all’aria aperta con la possibilità di rispettare le distanze. Sui costi per la prevenzione pesa invece l’obbligo del tampone per i lavoratori extracomunitari vaccinati con Sputnik o altri vaccini non riconosciuti dall’Italia che sono stati recentemente autorizzati a venire in Italia con l’obbligo però del test. Si tratta di un impegno rilevante in una situazione in cui – secondo Coldiretti – una parte dei lavoratori agricoli stranieri provengono da paesi in cui è utilizzato il vaccino russo mentre in molti arrivano da Paesi in cui è diffuso quello cinese Sinovac.  In Toscana l’apporto dei lavoratori stranieri è molto importante sia nei campi che nelle stalle: sono poco meno di 24 mila, circa il 42% del totale della forza lavoro e del 40% del totale delle giornate di lavoro (poco più di 2,8 milioni). Sono invece 138 le nazioni di provenienza. Al primo posto ci sono i lavoratori provenienti da Romania (4.059) seguiti da Albania (3.252), Senegal (2.115), Marocco (1.730) e Macedonia (1.413).Poiché sono spesso situate in aree isolate e con ampi spazi all’aperto e la maggioranza dei lavori possono essere eseguiti rispettando il distanziamento – continua Coldiretti Toscana – le fattorie sono forse i luoghi più sicuri per difendersi dal contagio. Non è un caso che – conclude principale organizzazione agricola regionale – riguardano l’agricoltura appena lo 0,3% delle 191.046 denunce di infortunio da Covid-19 al lavoro registrate dall’Inail in Italia al 31 dicembre 2021, dall’inizio della pandemia.