Toscana: inchiesta rifiuti tossici; capogruppo regionale Torselli (FdI), “Giani si contraddice in aula. Da notaio diventa responsabile dell’emendamento.  Un presidente della Regione nervoso e stizzito non ha risposto alla nostra interrogazione sull’emendamento al centro dell’inchiesta Keu”.

“Ieri un Giani nervoso ed a tratti isterico non ha risposto alla nostra interrogazione sull’emendamento al centro dell’inchiesta Keu. Questa volta il presidente ha almeno finto di dare delle risposte e non è fuggito, a differenza di quanto ha fatto due settimane fa con la troupe della trasmissione ‘Anni Venti’ di Rai2.  Come di consueto il governatore si è messo in cattedra e si è giustificato con cavilli regolamentari per spiegare cosa fosse avvenuto il 26 maggio dello scorso anno al momento dell’approvazione dell’emendamento pro-concerie”. E’ il commento di Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale toscano.  “Peccato che quell’enfasi collerica lo abbia portato a contraddirsi. Il Presidente ha sempre dichiarato di essere stato ‘un semplice notaio’ in quella seduta del Consiglio regionale. Ieri, invece, si è assunto la responsabilità di non aver richiesto un parere tecnico e di non aver interrotto i lavori d’aula, oltre ad aver dichiarato di essere certo che tutti i consiglieri avessero a disposizione il testo dell’atto Pieroni. Non è ancora chiaro cosa sia avvenuto quel giorno e cosa chiedessero gli esponenti d’opposizione quando Giani presentò l’emendamento. Per questo ci rivolgiamo a tutti i consiglieri regionali toscani presenti il 26 maggio 2020 in Aula per sapere come siano andate veramente le cose. Chi è che interrompe l’attuale governatore al momento dell’introduzione dell’emendamento e cosa chiede? E poi, i consiglieri avevano tutti a disposizione il testo dell’atto oppure l’emendamento è stato presentato con ‘il metodo utilizzato anche per l’autodromo del Mugello’ così come si legge nelle carte del Gip? Siamo pronti ad ascoltare tutti gli esponenti politici perché su questa vicenda va fatta chiarezza per fugare ogni dubbio di malafede”, conclude il capogruppo.