Toscana : oltre seimila persone operano nei servizi sociali, i dati del terzo rapporto regionale
Sono oltre seimila in Toscana le persone che operano professionalmente nell’ambito dei servizi sociali. Un dato in piena crescita rispetto al 2020 quando gli operatori erano oltre mille in meno. E’ quanto emerge dal Terzo Rapporto sui Servizi sociali in Toscana che è stato presentato a Palazzo Strozzi Sacrati. Il lavoro, curato dall’Osservatorio Sociale Regionale, oltre a offrire una dettagliata fotografia statistica del settore evidenzia l’attività svolta in Toscana per garantire pari opportunità a tutti i cittadini (i cosiddetti Leps, Livelli essenziali delle prestazioni), presenta varie esperienze realizzate dai dipartimenti dei servizi sociali nei territori toscani, mettendo in evidenza alcuni interventi innovativi, come il progetto Seus, servizio di emergenza urgenza sociale, attivo sperimentalmente da cinque anni, che permette di fronteggiare h24 le situazioni gravi e improvvise sotto il profilo sociale.“Il rapporto – ha commentato l’assessora alle politiche sociali Serena Spinelli durante la presentazione di stamani – è un prezioso strumento per analizzare il sistema dei servizi sociali e verificarne le trasformazioni. Come Regione Toscana stiamo lavorando per un costante sviluppo delle politiche di inclusione, fondate sul superamento di una logica assistenzialistica e riparativa per mettere sempre più al centro la persona e le comunità. Chi ricorre ai servizi per affrontare le sue fragilità deve essere considerato non solo come destinatario passivo di interventi, ma come soggetto attivo titolare di diritti e di un progetto di vita personale, all’interno di un percorso di presa in cura complessiva, nel quale vengano attivate e messe in rete tutte le risorse presenti sul territorio”.Un focus del rapporto, curato direttamente dall’Ordine regionale degli assistenti sociali, è dedicato a un tema di grave attualità: quello delle violenze e aggressioni subite dagli assistenti sociali in Toscana. Dal campione interpellato emerge che, nel corso delle loro esperienza lavorativa 9 su 10 hanno subito una qualche forma di violenza e ben il 35,8% dichiara di aver temuto per la propria incolumità o quella di un familiare, a causa del proprio lavoro. Un fenomeno che resta ancora per lo più sommerso, a causa di un basso tasso di denuncia dovuto principalmente a tre fattori: la sfiducia nella loro efficacia, il senso di fallimento professionale e la paura di rovinare il rapporto con l’assistito.“Da questi dati – sottolinea Serena Spinelli – emerge in tutta la sua gravità un fenomeno preoccupante, segnale evidente anche di una tensione sociale che negli ultimi tempi è cresciuta ulteriormente. L’assistente sociale, spesso giovane e donna, è il primo punto di accesso al sistema dei servizi e opera in prima linea per fronteggiare bisogni e disagi sempre più urgenti e complessi”.
I numeri del rapporto
I dati ci mostrano una crescita numerica complessiva del comparto rispetto al dato del 2020: in aumento gli assistenti sociali (1.298 rispetto ai 1.156 del 2020), gli educatori (1.679 rispetto a 1.260), gli psicologi (177 rispetto a 125), gli operatori del servizio sociale contrattualizzati (3.109 rispetto a 2.427). Il numero totale è di 6.640 rispetto ai 5.252 del 2020. In tutti questi ambiti vi è una prevalenza del genere femminile. Tra gli assistenti sociali in crescita il personale dipendente rispetto a quello esternalizzato (che scende dal 22 al 14%) grazie ai contributi pubblici destinati al potenziamento del servizio.Rispetto ai principali ambiti lavorativi, in quasi tutti gli ambiti territoriali sono attivi questi servizi: Servizio sociale professionale, integrazione al reddito, sostegno socio educativo territoriale e domiciliare, mediazione culturale, assistenza domiciliare socio assistenziale. La media degli utenti del Servizio sociale professionale in Toscana si attesta sui 39,3 ogni 1.000 abitanti.