Toscana: sanità ; capogruppo regionale FI  Marchetti (FI), «Rossi si è teso imboscata da solo.E oggi col ripiano toglie oltre 15 milioni e mezzo ai non autosufficienti»

«Circa i conti della sanità toscana su una cosa il Pd regionale ha ragione: sono in equilibrio. Peccato lo siano sulla lama di un rasoio affilato nei decenni da Rossi a suon di millantazioni e minimizzazioni sui passivi di bilancio da noi sempre segnalati con puntualità, e che ora scende inesorabile a ghigliottinare il sistema. Le giustificazioni della sinistra adesso stanno a zero: quei soldi, sia come sia, mancano. E siccome vanno trovati, la giunta come prima cosa li ha tolti dal fondo per la non autosufficienza: 15.696.720 nella delibera 486 dell’aprile scorso»: a tornare sullo stato delle casse della sanità toscana, all’indomani della notizia del richiamo giunto dal governo che apre scenari con una gradazione di gravità fino al commissariamento del sistema, è il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti.«Dopo aver vinto le elezioni regionali del 2010 sbandierando una sanità toscana con i conti in ordine e certificati, gli stessi da cui nel 2012 si sarebbe evidenziato il crac della allora Asl di Massa con 420 milioni e rotti di deficit – ricorda Marchetti – l’ancora governatore Enrico Rossi nel 2015 ebbe ad asserire, me lo rammento bene, che il ‘buco di Massa’ ormai era alle spalle e rimaneva solo nella testa di Forza Italia. Favolette: era chiaro che uno sbilancio di simile portata non si sarebbe riassorbito semplicemente girando il capo dall’altra parte».«Oggi – prosegue Marchetti – verifichiamo di esser stati facili profeti. La riforma 2015, con cui Rossi e Saccardi evidentemente speravano di mescolare le carte non è stata sufficiente a un sistema mandato a tutta velocità a scagliarsi contro il muro dei numeri tra un taglio ai servizi di assistenza e cura e un aumento di apparato. Si è raschiato il fondo del barile. Oggi non c’è nemmeno più il barile. Solo una sanità governata, ed è un eufemismo, di pura rincorsa a tappare falle che si aprono a ritmo sempre più serrato. E’ un precipizio che le delibere attestano. Altro che imboscata di Forza Italia: Rossi l’imboscata se l’è tessuta da sé solo, a furia di negare l’evidenza che risiede nei suoi stessi atti».Nel tempo, Marchetti quegli atti li ha sfogliati e raccontati: «A novembre 2018 la delibera 1481 ci diceva che le aziende sanitarie avevano chiuso il 2017 accusando “perdite di esercizio di esercizi precedenti” pari a 195.068.956,27 euro che la Regione iniziava a ripianare con 23 milioni e mezzo circa. Un bruscolo nel pozzo. La rincorsa a coprire ormai era partita. A marzo sono arrivate la delibera 408 e la decisione 48 con cui da un lato si  assegnavano alle Asl a scopo di reintegro 37.696.675,98 euro, dall’altro si programmava il rientro patrimoniale netto delle aziende sanitarie toscane attraverso il reperimento di 6,833 milioni annui fino al 2037. Tutto debito in capo ai toscani e soprattutto, mi permetto di sottolineare ai toscani più fragili perché bisognosi di cura. Subito dopo, ecco il dato sul consolidato del quarto trimestre 2018: «Un’altra perdita di 31,996 milioni, altre delibere di rincorsa: due l’8 aprile e una il 23 aprile. Ora poco conta quando sia giunto il richiamo del governo. Di certo io vedo un’azione avviata da Palazzo Chigi e mi preoccupo per un sistema che Rossi oggi costringe a fare i conti, letteralmente, con un deficit per il cui ripiano non si sa più a che Santo votarsi. Si tolgono fondi ai non autosufficienti, si tengono gli ospedali sotto organico dopo aver compresso i servizi allo stremo, si tagliano le convenzioni col privato, si incanalano le prescrizioni farmacologiche verso i prodotti meno costosi facendo prevalere le valutazioni amministrative su quelle legate all’efficacia terapeutica…»