Toscana : vaccini; assessore Bezzini ,” quando ci sono criticità vanno affrontate a viso aperto e questo è il momento di essere uniti, non di dividerci e alimentare conflitti in una situazione già pesantissima per tutta la popolazione, tra dolore, rabbia e paura”

L’assessore alla salute della regione Toscana Simone Bezzini ha affrontato, in un lungo post ripreso da Giancarlo Pagliai responsabile della comunicazione del Pd di Montepulciano e dal sindaco di Torrita di Siena Giacomo Grazi, la situazione della campagna vaccinale anche alla luce delle recenti polemiche che ci sono state. Un post dal titolo “parole chiare” che noi riprendiamo  e pubblichiamo integralmente

 

“Care e cari, se in questi giorni sono stato un po’ assente dai social e dalla scena pubblica è perché ho preferito concentrarmi, insieme ai tecnici della Regione e ai professionisti delle aziende sanitarie, sul lavoro concreto da fare, affrontando le difficoltà e puntando a risolvere i problemi, che ogni grande impresa come quella che stiamo vivendo porta inevitabilmente con sè. Fare di più e meglio, questo è ciò che siamo chiamati a fare. Aggiustare ciò che non va e mettere in campo le soluzioni migliori per il futuro.  In questo momento particolarmente complesso, nel quale alla gestione dell’emergenza sanitaria si unisce una fase decisiva della campagna di vaccinazione, è necessario fare squadra e affrontare uniti le difficoltà. Ci sono punti di forza, che è giusto valorizzare, ma anche criticità e punti di debolezza, che sarebbe un errore nascondere. Se si vuole avere un atteggiamento pragmatico e costruttivo è necessario mettere in fila le questioni, una per una, e risolvere i problemi. Non ci sono scorciatoie.  Il mio invito è a non dimenticare che, da più di un anno, tutte le donne e gli uomini del dipartimento sanità e del sistema sanitario toscano sono al lavoro senza sosta contro questa terribile pandemia, con una pressione addosso senza pari, e vi garantisco che ce la stanno mettendo tutta per affrontare questo dramma collettivo in tutta la sua complessità, a partire dalla campagna di vaccinazione.  Per quanto riguarda la vaccinazione degli ultraottantenni la parola d’ordine è accelerare: abbiamo presentato un piano che sta dando i risultati attesi e in questa settimana sono state somministrate tutte le dosi Pfizer a disposizione, con quasi 50mila somministrazioni. I medici di medicina generale, che ringrazio, sono impegnati più che mai. Per la prossima settimana hanno già prenotato oltre 80mila dosi di vaccino, con le quali si raggiungeranno le 120mila somministrazioni entro Pasqua previste dal piano di accelerazione stesso, presentato in conferenza stampa la settimana scorsa.  Le somministrazioni cresceranno ancora con le nuove forniture di Pfizer e completeremo le prime somministrazioni entro il 25 aprile, compresi molti richiami, che finiranno entro metà maggio. Questo è l’obiettivo che ci siamo dati e che si sono date anche altre Regioni, che ci consente di riallianearci alla media nazionale. Alcuni medici finiranno di vaccinare i propri assistiti già questa settimana e sono in partenza le vaccinazioni a domicilio, che completeremo entro Pasqua. Ora che le forniture ci sono si procede finalmente a pieno regime. La macchina funziona, se c’è la benzina è in grado di andare veloce. Bloccarla ora sarebbe un errore.  Per quanto riguarda la vaccinazione delle persone più fragili, estremamente vulnerabili e/o disabili gravi, quanto accaduto con l’apertura del portale delle prenotazioni mi ha fatto arrabbiare e mi ha addolorato profondamente, soprattutto dal punto di vista umano. In tanti mi avete scritto e vi chiedo scusa per quello che è successo. Ho chiesto una verifica tecnica approfondita agli informatici perché è necessario accertare la causa di tale malfunzionamento. Al tempo stesso, ho chiesto di individuare soluzioni alternative puntando ad una maggior pianificazione.  Su una cosa però consentitemi di fare chiarezza. Molti, anche a livello nazionale, hanno detto o scritto che le vaccinazioni per i più fragili da noi iniziano ora: questo non corrisponde al vero. Siamo state tra le prime regioni a vaccinare le persone estremamente fragili, ne abbiamo già vaccinate con Moderna oltre 13mila chiamate dalle Asl, alle quali si aggiungono le quasi 15mila di questi giorni. Sono partite anche le vaccinazioni delle persone estremamente fragili a domicilio. Spero che questi dati vengano pubblicati presto a livello nazionale.  La campagna di vaccinazione in Toscana procede per età e patologie, partendo dai più fragili. Tutte le dosi Pfizer per gli over80 e tutte le dosi Moderna per gli estremamente vulnerabili.  Da lunedì 29 marzo saranno attive sul portale anche le liste delle “riserve”, dando la possibilità di segnarsi per la chiamata last minute in caso di dosi in eccedenza, all’interno delle categorie già incluse nella campagna di vaccinazione.  Per quanto riguarda la Fase 1, abbiamo messo da subito in sicurezza tutte le Rsa, i luoghi di cura e le strutture sanitarie nel loro complesso, come dimostrano i dati sui contagi.  Infine, sempre per evitare confusioni o ricostruzioni scorrette, vorrei ricordare che i confronti tra categorie ed età vanno sempre messi in relazione ai vaccini disponibili e ai frequenti cambiamenti sul loro utilizzo indicati dal livello nazionale.  Mi riferisco ad AstraZeneca: inizialmente era fino a 55 anni, poi 65, poi senza limiti di età ma non indicato per i soggetti più fragili. Noi siamo stati tra i primi ad utilizzarlo per i target per i quali era inizialmente indicato da piano nazionale. Ad esempio, siamo la Regione che ha vaccinato più personale scolastico. Non appena è stato tolto il limite di età, siamo partiti subito con la fascia tra i 76 e 79 anni, ovvero i nati tra il 41 e il 44, ampliato in questi giorni anche ai nati nel 45.Proprio in quell’anno finiva la seconda guerra mondiale e l’Italia si risvegliava libera e democratica. Ora stiamo attraversando il momento più difficile da allora: all’emergenza sanitaria segue quella economica e sociale, il Paese è messo a dura prova, moltissime persone e intere famiglie vivono il dramma di un lutto, della malattia, della povertà, della perdita del lavoro, della solitudine. La vaccinazione è lo strumento fondamentale per superare la pandemia ma sarà un percorso lungo che durerà anni e con più vaccini la Toscana può contare già da ora su una capacità di somministrazione ampia e capillare, di 25-30 mila somministrazioni al giorno. In questo momento serve coniugare immediatezza e prospettiva, attrezzandoci al tempo stesso per la vera vaccinazione di massa che deve ancora partire. Tutto dipende dalla quantità di vaccini a disposizione.  Quando sono diventato assessore erano le terribili settimane tra ottobre e novembre, con il picco dei contagi della seconda ondata. Da allora non ci siamo mai fermati. Abbiamo trovato una situazione molto difficile, siamo intervenuti con forza per rimettere in piedi tutta la filiera di contrasto al virus. Il tracciamento, ad esempio, era saltato e con la costruzione delle tre grandi centrali ora è costantemente al 100%, per non parlare del lavoro fatto sui posti letto, sui reparti degli ospedali, sui tamponi, sulle Usca, sulle cure intermedie e gli alberghi sanitari, ma non solo. Quando ci sono criticità vanno affrontate a viso aperto e questo è il momento di essere uniti, non di dividerci e alimentare conflitti in una situazione già pesantissima per tutta la popolazione, tra dolore, rabbia e paura. Le polemiche politiche non servono. Ciò che serve è lavorare e non perdere mai umanità e solidarietà. Non c’è un bel clima e le Regioni sono sotto attacco costante, tutte, mentre si trovano a gestire la più grande campagna di vaccinazione della storia. Non è una gara, contro il Covid nessuno si salva da solo e giochiamo tutti nella stessa metà campo. Credo vada ritrovato uno spirito di unità nazionale. Lavorare e vaccinare sono le due cose da fare. L’unico modo è stringere i denti e fare squadra per superare insieme questa tragica pandemia”.