Valtiberina: terminati gli interventi su 30 km di corsi d’acqua. Eliminata la vegetazione pericolosa per  la buona funzionalità idraulica del reticolo e capace di mascherare eventuali segnali di dissesto delle opere

Là dove c’era un groviglio informe di arbusti e alberi piegati dal tempo e dai malanni, a mascherare gli acciacchi delle opere idrauliche o a rallentare il deflusso dell’acqua, oggi, c’è una vegetazione giovane e flessibile, capace di adattarsi e assecondare le aste fluviali.E’ il risultato del “trattamento” progettato e realizzato dal Consorzio 2 Alto Valdarno.Siamo tra i comuni di Sansepolcro e Anghiari, dove è ormai ultimato l’intervento di manutenzione ordinaria previsto nel piano delle attività di bonifica 2019.
Sotto i “ferri” sono passati quasi 30 km di corsi d’acqua distribuiti su nove differenti aste fluviali per un intervento che si propone un unico obiettivo: garantire la buona funzionalità idraulica del reticolo, soprattutto in prossimità dei centri abitati e in particolare di Sansepolcro, il capoluogo di questa splendida vallata.Il tratto   più lungo sottoposto a manutenzione è sul fosso Gavina di Mocaia: quasi sette km tra il Tevere e la strada provinciale 43 Libbia. Quello più breve è sul Fosso della Castora, 850 mt resi critici anche dalla presenza di un tombamento. La cura è partita proprio da questo per arrivare fino alla località Villa Serena.Macchine e uomini hanno lavorato  poi sul torrente Afra per un totale di circa 5 km, dall’immissione nel Tevere fino alla confluenza con il Fossatone; su un fosso apparentemente anomino (perché contraddistinto da una sigla anziché da un nome) per il suo sviluppo (di poco inferiore ai 4 km) tra l’immissione nel Tevere e il centro abitato di Santa Croce.E ancora sulla Reglia dei Molini, dal confine regionale al paese di Molinazzo, per un tratto 3,3 km; sul torrente Riascone, per 2,4 km dal Tevere al confine regionale, e sul torrente Fiumicello, dal Tevere fino alla provinciale Marecchiese in località Paradiso: in tutto più di 2,5 km.E infine sul fosso della Vannocchia, dall’immissione nel Tevere fino alla strada bianca per Gragnano (1.8 km); e sul fosso dell’Infernaccio: più di un km dal tratto tombato in prossimità del cimitero alla località Casina.Complessivamente appunto 30 chilometri di corpi idrici sottoposti a un accurato e attento restyling.