Arezzo: formalizzata la candidatura ufficiale del caffè espresso a Patrimonio immateriale dell’Umanità .Alla firma anche il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano.:“La tazzina di caffè, simbolo di democrazia e italianità”

“Il caffè espresso italiano è simbolo dello stile di vita di un paese e di una comunità e come tale ha la credibilità e il prestigio necessari per concorrere a diventare patrimonio immateriale dell’Umanità”. Parola del presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano  che, in veste di vicepresidente nazionale di Fipe (Federazione italiana dei Pubblici esercizi)-Confcommercio, è stato a Roma al Ministero delle Politiche agricole e forestali con il Ministro Gian Marco Centinaio per firmare l’atto formale della candidatura all’Unesco. La campagna di sostegno alla candidatura si aprirà ufficialmente sabato 26 marzo, in occasione della giornata nazionale del “Rito del caffè espresso italiano”.  Secondo l’indagine di Fipe-Confcommercio, solo in Toscana sono almeno 370 milioni all’anno i caffè espresso che vengono consumati al bar.“Attorno al rito della tazzina da consumare al bancone o al tavolo è nato e cresciuto il bar italiano come lo conosciamo oggi sottolinea Cursano. “Con le ampie superfici pronti ad ospitare decine di persone per un espresso in piedi e tavolini studiati per condividere questa bevanda con un amico, magari per stringere un affare o sviluppare un’idea. Di questo modello il mondo si è innamorato e ha provato a copiarlo ma senza successo. Oggi questa candidatura vuole essere anche un’occasione di rilancio per un settore martoriato dalle misure restrittive che per oltre un anno e mezzo hanno messo a repentaglio la sopravvivenza di questa modalità di consumo. Ora che ci stiamo rialzando, seppur con fatica, la promozione del rito del caffè espresso a patrimonio dell’umanità rappresenta un’ulteriore iniezione di fiducia alla quale la Fipe-Confcommercio contribuisce con convinzione insieme al Consorzio e al Ministero. Anche perché, è bene ricordarlo sempre, questa è una bevanda democratica, che identifica il nostro stile di vita e come tale va promossa e valorizzata”.  La Giornata dedicata all’espresso italiano sarà scandita da una serie di iniziative realizzate nei locali delle principali città italiane, da Venezia a Napoli.Ad Arezzo le celebrazioni simboliche sono anticipate a venerdì 25 marzo, quando alle ore 17.30 la presidente della Provincia Silvia Chiassai, il direttore della Confcommercio Toscana Franco Marinoni e il presidente della Fipe-Confcommercio aretina Stefano Mearini si ritroveranno per consumare insieme un espresso al Caffè di Via Veneto .  In Toscana esistono oltre ottomila bar-caffetteria (8.109, di cui 700in provincia di Arezzo), per un totale di quasi 20mila addetti. Circa 1.300 i dipendenti del settore solo in provincia di Arezzo, senza contare i titolari e i collaboratori familiari.  “Prima della pandemia il settore era ancora in fortissima espansione, anche perché i nuovi ritmi di vita e di lavoro avevano fatto crescere in maniera esponenziale i volumi di fatturato del “fuori casa”: sempre più persone avevano l’esigenza di consumare colazione e pasti in un locale, per non parlare del rito dell’aperitivo a fine serata”, racconta il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni. “Il Covid per due anni ha imposto un freno fortissimo alla socialità, ai viaggi e di conseguenza anche allo sviluppo del fuori casa. E anche ora che stiamo tornando alla normalità se ne continuano a vedere gli effetti. Basti pensare allo smart working, che anche in Toscana ha fatto sparire dal radar dei bar migliaia di lavoratori”. Ma la categoria non è disposta a mollare. “Per qualcuno purtroppo il contraccolpo è stato fortissimo e ha deciso di chiudere o di ridimensionare l’attività, altri invece si sono attrezzati per rispondere alle nuove esigenze, ad esempio con le consegne a domicilio di colazioni e pasti negli uffici. Quando il mercato è in crisi, è il momento per fermarsi e ripensare da capo all’impresa, puntando sulla formazione e sulle novità”.