Bettolle: protesta agricoltori; dopo 5 giorni di presidio, i trattori intendono ‘marciare’ su Roma insieme ad altri da tutta Italia

Di Giampiero Teodoli

Gli agricoltori, dopo il ‘presidio’ di centinaia di  trattori a Bettolle nell’area vicino al casello autostradale della Valdichiana , senza aver avuto di fatto alcuna attenzione  concreta dalla politica, hanno deciso di continuare ad oltranza la lotta  e soprattutto di “ cambiare marcia”. Stamani, 5 febbraio, infatti una colonna  di mezzi agricoli  è partita da Foiano della Chiana lungo la Cassia  alla volta di Roma dove sono attesi circa 1000 mezzi da tutta Italia per sollecitare l’istituzione di un tavolo tecnico permanente con il Ministero dell’agricoltura per avere risposte concrete disposti a lottare ancora per averle. Terminati i cinque giorni di presidio ininterrotto, a Bettolle,  gli agricoltori arrivati a Bettolle fanno un primo bilancio : a solidarizzare con loro sono venuti pochi  Sindaci locali anche se la maggior parte di loro  sembra solidarizzare con i manifestanti ma hanno  notato quella che definiscono una ‘ rumorosa assenza’ della politica  da un confronto sulle  argomentazioni degli agricoltori.  La manifestazione dei lavoratori della terra ha comportato per loro un grande sacrificio : 5 giorni di assenza dalle aziende agricole  sono più gravosi del fermo aziendale per un’attività di produzione  per cui la scelta di continuare ad oltranza  la protesta dà la misura dell’importanza della posta in gioco. «Vogliamo un’agricoltura italiana rispettata, capita, valorizzata :pertanto chiediamo la creazione di un tavolo tecnico permanente con il Ministero dell’agricoltura, a cui possano partecipare veri agricoltori con i quali concordare le misure necessarie per sostenere l’agricoltura di qualità che ci ha contraddistinto da sempre» ha sottolineato, uno degli organizzatori della manifestazione.«Siamo abituati a lottare ogni giorno nelle nostre aziende e lavorare duro, la posta in gioco è troppo alta per noi e per tutti gli italiani per cui, coordinati con gli altri presidi nazionali,  partiamo alla volta di Roma in cerca delle risposte che chiediamo”, ha annunciato  Andrea Papa altro coordinatore della manifestazione. Uno dei  punti cardine della richiesta riguarda sempre la Politica Agricola Comune (PAC) che disincentiva la coltivazione dei campi e indirizza la produzione creando dinamiche che distorcono il mercato e impoveriscono l’agricoltura italiana a discapito della qualità dei prodotti alimentari che giungono sul mercato. La PAC fa sì che la produzione italiana sia insufficiente e determini l’importazione di prodotti esteri. L’importazione di prodotti agricoli provenienti da Paesi dove non sono in vigore gli stessi nostri regolamenti produttivi e sanitari può essere pericolosa per la salute dei consumatori italiani.Ad esempio, in Canada,dato il clima, il grano non riesce a giungere a completa maturazione, per cui,subito prima del raccolto, viene irrorato, con sostanze idonee che da noi sono vietate. «Abbiamo bisogno che i prodotti nazionali siano apprezzati, valutati e sostenuti; di avere la libertà di produrre e di vendere, ai prezzi di mercato, prodotti che sono di elevata qualità e ben controllati» ha ricordato  Giuseppe Iebba. La preoccupazione per il futuro delle aziende agricole italiane è molto alta; «Ho iniziato giovanissimo con 7000 euro  prestati dalla mia famiglia e un trattorino; con enormi sacrifici e duro lavoro sono riuscito a crescere ed oggi ho 15 mezzi. Sto ancora progettando il futuro della mia azienda e non sono disposto a vederla distrutta»  ha avvertito Manuel Dolce, 23 anni , uno dei tanti giovani agricoltori che presidiano Bettolle.