Chiusi :  “Caso Acea”; Comitato  “Aria “ chiede incontro con nuova amministrazione comunale e sostiene che  “sarà la Regione a dire la parola fine, non certo un tribunale”

Il “Comitato Aria” di Chiusi ha pubblicato sul suo sito un post a proposito della recente richiesta di Acea Ambiente all’amministrazione comunale di Chiusi di essere rimborsata della somma versata per l’acquisto di un terreno in loc. Le Biffe dove realizzare un impianto per il trattamento dei fanghi. Somma di oltre 2 milione e mezzo di euro maggiorata dalle spese già sostenute e da quelle per il risarcimento danni. Ecco il post del Comitato “Aria”

“La lettera inviata al Comune, al di là delle valutazioni di merito circa l’effettiva fondatezza delle motivazioni, è un’iniziativa volta a riprendere, con una presunta maggior forza legata alla diffida, il confronto interrotto a fine 2019 con l’Amministrazione Comunale che nel frattempo è cambiata. Con tutta probabilità l’obbiettivo reale è quello di arrivare comunque alla realizzazione alle Biffe di un impianto di dimensioni regionali per il trattamento dei fanghi di depurazione delle acque reflue .Molti i fatti che sostengono questa nostra opinione. La vicenda “ACEA a Chiusi” deve necessariamente essere inquadrata nel più ampio contesto regionale connesso alle esigenze che hanno Regione Toscana e Autorità Idrica Toscana di trattare e smaltire i fanghi di depurazione delle acque reflue a livello regionale così come risulta dal Protocollo d’Intesa tra Regione Toscana e Autorità Idrica Toscana approvato dalla Giunta della Regione Toscana (Delibera n.943/2019). La cessione dell’area ex-frigomacello da parte del Comune di Chiusi ad ACEA Ambiente e la contemporanea acquisizione da parte della stessa dell’impianto di trattamento rifiuti speciali ex Bioecologia determinano di fatto condizioni conformi alle previsioni del Protocollo d’Intesa per la realizzazione a Chiusi di un impianto a scala regionale, per il trattamento dei fanghi. A questo si deve aggiungere l’Accordo per l’Innovazione tra Regione Toscana, ACEA Ambiente e SEI Toscana, anche questo approvato dalla Giunta della Regione Toscana (Delibera n. 1148/2019), per finanziare, insieme al MISE, con 4,8 mln a fondo perduto, il loro progetto “Beyond landfill 4.0” che tra gli altri prevede la realizzazione di un impianto di trattamento dei fanghi a Chiusi (ieri era il carbonizzatore domani …..vedremo).  Ed ancora: è di questi giorni la notizia di un incontro tra l’Assessore Regionale all’Ambiente e Massimo Aiello in rappresentanza di AIRES e Silva Pompili per SaiHub, due organizzazioni imprenditoriali che saranno coinvolte nei cosiddetti “tavoli tecnici regionali per la promozione dell’ economia circolare” con lo scopo di individuare e rendere realizzabili progetti e iniziative di economia circolare (chiusura del ciclo produttivo). Tra i soci di AIRES primeggiano SEI Toscana (capofila) e ACEA Ambiente di cui Aiello è un dirigente di spicco (fu il capo-delegazione di ACEA nell’Inchiesta Pubblica sul carbonizzatore), e uno dei “tavoli tecnici” a cui parteciperanno riguarda proprio il trattamento dei fanghi di depurazione delle acque reflue. Infine: dal sito di AIRES è possibile rilevare che questo nuovo soggetto è divenuto il titolare del progetto “Beyond landfill 4.0”. Ce n’è abbastanza per affermare con ragionevole certezza che la Regione e il suo Presidente Giani sono i primi e i più determinati sostenitori della realizzazione di un impianto di scala regionale per il trattamento dei fanghi a Chiusi. Del resto è da ricordare che in occasione della sua venuta a Cetona durante la campagna elettorale delle regionali, ponemmo a Giani la domanda se fosse contrario alla realizzazione di un impianto di trattamento dei fanghi a Chiusi e lui, naturalmente, si guardò bene dal rispondere. E’ per tutti questi motivi che siamo convinti che, qualunque sarà la conclusione di questa vicenda, questa sarà determinata dalle decisioni della Regione e non certo da un tribunale. La nostra posizione, che non è mai cambiata, è quella di ritenere questi impianti necessari a condizione che non siano sperimentali (come il carbonizzatore) e che vengano localizzati secondo il principio di massima precauzione il più lontano possibile da civili abitazioni e nel rispetto del “principio di prossimità” stabilito sia dalla normativa nazionale che da quella regionale. Principio di prossimità per il quale gli impianti devono essere collocati il più vicino possibile alle aree di produzione dei rifiuti. Nel nostro caso l’area conforme a questo dettato è quella della valle dell’Arno che va da Firenze a Pisa dove si concentra la produzione di oltre i 2/3 del totale dei fanghi di depurazione sia civile che industriale di tutta la Toscana (Fonte Autorità Idrica Toscana). Rispetto a quel territorio Chiusi è la più lontana in assoluto essendo al confine opposto attigua all’ Umbria.La vicenda quindi riprende il cammino interrotto ed è per questo che abbiamo chiesto all’Amministrazione comunale un incontro nella speranza che non si ripeta la triste esperienza avuta con la precedente Amministrazione che non ha mai preso in considerazione le istanze dei cittadini e del Comitato.Comitato A.Ri.A.”