Colle Val d’Elsa: la ‘città del cristallo’ riapre le porte del suo museo. Il Sindaco Alessandro Donati: “Per la nostra Città il cristallo non è solo economia, ma un vero e proprio substrato culturale che deve essere costantemente rinnovato e mantenuto nel tempo”
Dopo un lungo periodo di chiusura, il Museo del Cristallo di Colle di Val d’Elsa, unico in Italia, ha riaperto le sue porte e torna ad accogliere i visitatori. Mettere al centro della narrazione le persone, la Comunità di Colle di Val d’Elsa. Il nuovo Museo del Cristallo, già nel progetto di identità visiva, parla non solo della materia cristallo, ma delle tradizioni, delle storie, degli uomini e delle donne che hanno dato importanza a questa produzione: accanto alle realizzazioni in vetro e cristallo, si possono vedere gli attrezzi utilizzati, fotografie ma, soprattutto, filmati girati su precise e calibrate tracce, finalizzate alla valorizzazione delle storie delle persone e del lavoro.Il museo è allestito in uno spazio sotterraneo nell’area un tempo occupata da una delle fornaci dell’ottocentesca fabbrica di Cristallerie e Vetrerie Schmidt o ex vetreria Boschi. Le diverse sezioni ricostruiscono il percorso compiuto dall’industria vetraria colligiana dal 1820, anno dell’impianto della prima fornace, fino alla piena realizzazione del cristallo al piombo avvenuta nel 1963, per arrivare ai tempi nostri, presentando esempi di produzione preindustriale e reperti vitrei risalenti al XIV-XV secolo. “La storia del cristallo è intimamente legata al nostro territorio dove la cultura, la tradizione, la sapienza artigianale e la manifattura sono sempre state strettamente connesse nella comunità” ha detto il sindaco Alessandro Donati. “L’obiettivo del rinnovato Museo è quello di consolidare nell’immaginario collettivo un prodotto eccezionale, fragile e potente allo stesso tempo che tocca la sfera intima di tutti noi. Per la nostra Città il cristallo non è solo economia, ma un vero e proprio substrato culturale che deve essere costantemente rinnovato e mantenuto nel tempo”.“Abbiamo deciso di investire sul rinnovamento di questo museo non solo per la consapevolezza del valore particolare, fortemente identitario, che riveste per la comunità colligiana, che intorno alla lavorazione del cristallo si è formata, ma anche e soprattutto nella convinzione che possa avere un ruolo fondamentale per proiettare questa storia nel futuro, proprio oggi che questo settore produttivo ci dà segnali incoraggianti – sottolinea l’assessore alla cultura e al turismo Cristiano Bianchi. – La narrazione del nuovo allestimento, che rispetto al passato si concentra molto di più sulle persone, oltre che sul prodotto, è concepita per stabilire un forte collegamento con le aziende e con il tessuto sociale, assumendo un ruolo di coinvolgimento dei giovani e contribuire nel lungo periodo alla formazione di nuovi maestri vetrai. Confidiamo che questo museo unico in Italia, grazie al nuovo concetto espositivo e alla forte crescita del turismo industriale, sarà la punta di diamante del nuovo sistema “Colle Musei”, che nasce oggi unendo il Museo del Cristallo, il Museo San Pietro e l’UMoCA, e andrà completandosi con il Museo Archeologico e la Casatorre di Arnolfo”. Il Museo del cristallo fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale quale segno tangibile di una identità e di una storia che hanno caratterizzato per secoli la vocazione manifatturiera della Città del Cristallo, fu inaugurato nel 2001 su progetto scientifico dell’Architetto Tiziana Secchi, su progetto dell’Architetto Duccio Santini e in stretta collaborazione con il Consorzio del Cristallo espressione delle realtà produttive allora presenti ed attive sul territorio. Il luogo simbolo dove fu scelto di realizzare il Museo del cristallo, là dove sorgeva la Vetreria Boschi, esprime già in forma simbolica il forte legame con l’assetto urbanistico della Città.
Il museo per quasi 20 anni ha improntato la propria attività sulla conoscenza ed approfondimento della storia e delle specifiche caratteristiche dei vari cicli produttivi, oltre alla fondamentale costruzione di rapporti con il mondo delle istituzioni scolastiche e con la rete dei musei del vetro presenti in Italia, al fine di interessare in forma consapevole i visitatori e di tramandare questa vera e propria arte del fare alle generazioni future.La chiusura, causata da necessari lavori di ristrutturazione della piazza sotto cui si sviluppa la struttura, è stata l’occasione per ampliare l’area di accoglienza bookshop e per ripensare il percorso espositivo, che ha posto al centro la storia della produzione vetraria a Colle, dalle prime tracce di età medievale, fino al grande sviluppo industriale e alla svolta degli anni Sessanta del XX secolo, quando la produzione colligiana si è specializzata nella lavorazione del cristallo al piombo al 24%. Una innovazione che ha portato la città a produrre fino al 95% del cristallo italiano e al 15% del cristallo mondiale. Opere di alto artigianato, elaborazioni di famosi designer o semplici oggetti da tavola hanno portato il nome di Colle in tutto il mondo.