Grosseto : a Ripescia durante Festambiente focus sull’agroecologia, 10 proposte al Governo Meloni e presentazione nuovi dati Osservatorio Città Clima di Legambiente

In Italia, dal 2010 a giugno 2023 sono stati registrati 96 eventi meteo estremi che hanno causato danni all’agricoltura, di cui 38 grandinate, 21 casi di trombe d’aria e raffiche di vento, 15 allagamenti, 11 casi di siccità prolungata, 8 esondazioni fluviali. Tra le regioni più colpite l’Emilia-Romagna con 15 eventi, il Piemonte con 12 eventi e la Puglia con 11 eventi. La Toscana, invece, ha raggiunto quota 7.È quanto denuncia Legambiente che da Festambiente, il festival nazionale che dal 2 al 6 agosto va in scena a Rispescia (Gr), diffonde i nuovi dati del suo Osservatorio Città Clima, facendo il punto, nella giornata dedicato all’agroecologia, sulle difficoltà e le nuove sfide che l’agricoltura deve affrontare, prima fra tutte quella climatica.Alluvioni, lunghi periodi di siccità, ondate di calore, stanno minacciando il comparto agroalimentare con conseguenze economiche sempre più pesanti. Secondo il Piano nazionale adattamento climatico pubblicato sul sito del Ministero dell’ambente e della sicurezza energetica al 2050 il settore dell’agroalimentare italiano, in assenza di interventi di mitigazione, rischia perdite economiche di 12,5 miliardi di euro all’anno. In questo scenario, nell’opinione dell’associazione ambientalista sono due i pilastri che devono stare al centro del dibattito: l’adattamento e il contrasto alla crisi climatica. Due azioni che si traducono in un nuovo modello di agricoltura, la cosiddetta agroecologia, capace di coniugare sostenibilità ambientale e innovazione,con un’attenzione particolare alla salute del consumatore. È questa la direzione che l’Italia deve intraprendere,accelerando il passo e replicando le buone pratiche agronomiche già in atto in alcune zone della Penisola. Un esempio recente è quello della Maremma, terra in cui da trentacinque anni trova casa la manifestazione nazionale di Legambiente, ha da poco dato gambe e fiato all’omonimo biodistretto, considerato il più grande d’Europa, promosso dal Comune di Grosseto in collaborazione con la Regione Toscana rappresenta un punto di svolta cruciale per il territorio. A oggi, le adesioni hanno raggiunto quota 1183 aziende appartenenti a 7 Comuni diversi per un totale del 42% tra superficie biologica e in conversione (il totale della SAU biologica e in conversione è 36114 ha). Per fare ciò, Legambiente indica al Governo Meloni 10 proposte a partire dalla creazione di una task force per sostenere gli agricoltori in questo percorso di transizione, garantendo formazione e informazione anche rispetto al tema dell’innovazione in chiave sostenibile. Occorrerà poi potenziare la diffusione della produzione biologica, anche alla luce dell’approvazione della relativa legge arrivata nel marzo 2022; ridurre l’uso di pesticidi; creare biodistretti; approvare il nuovo PAN (Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari), scaduto nel 2019, la cui ultima stesura risale al 2014;tagliare la dipendenza delle fonti fossili incentivando l’agrivoltaico come strumento per sviluppare energie rinnovabili abbinandolo in modo sinergico alle tecniche colturali e alla produzione di biometano da scarti agricoli e reflui zootecnici; contrastare la lotta agli sprechi idrici ed energetici sia attraverso buone pratiche colturali e sistemi di microirrigazione che attraverso l’uso di acque reflue civili depurate; ridurre i carichi zootecnici e gli allevamenti intensivi favorendo un modello sostenibile di allevamento e migliorando il benessere animale; attivare un osservatorio nazionale sul caporalato e approvare definitivamente  il disegno di legge contro le agromafie; potenziare le attività di informazione e sensibilizzazione delle cittadine e dei cittadini, spiegando le criticità generate dalla crisi climatica e da un’agricoltura non amica dell’ambiente. È questa, in sintesi, l’agroecologia di cui il Paese ha bisogno.