La nostra collega Francesca Andruzzi , tra i 15 finalisti al premio internazionale “Maria Cumani”.  è  arrivata quarta nella categoria “Narrativa-Libro Edito” con il suo “Tre donne e un mistero”

  È un vero piacere dare notizia ai nostri lettori del successo ottenuto da Francesca Andruzzi, avvocato e giornalista pubblicista, che da quattro anni collabora con la nostra testata nella rubrica “Il personaggio del mese”. Il libro “Tre donne e un mistero”, edizioni P.S., 2019, scritto dalla nostra Francesca, ha ottenuto il quarto premio ex aequo, nella categoria “Narrativa – libro edito”, dopo essere giunto tra i quindici finalisti, del Premio Internazionale “Maria Cumani”, della Aletti Editore.  La cerimonia di premiazione si è svolta ieri, on line, sulla pagina Facebook della Aletti Editore, in ottemperanza alla normativa che tende a scongiurare la diffusione del virus. Presidente di Giuria, Alessandro Quasimodo, figlio del Premio Nobel e di Maria Cumani, alla quale il concorso è stato dedicato. Un risultato eccellente, anche in considerazione della importanza del concorso al quale Francesca Andruzzi aveva deciso di partecipare nel gennaio di quest’anno.Un caloroso abbraccio, naturalmente virtuale, visto il periodo, alla scrittrice e un invito a non perdere “Tre donne e un mistero”, dedicato a tutte le donne, ma anche a tutti gli uomini. Una lettura per gli appassionati del genere giallo, con una punta di ironia e spunti di riflessione sulla capacità di ognuno di superare i momenti difficili della vita, “guardando prima di tutto in noi stessi e fidando sull’aiuto degli altri”, come ci ha detto Francesca, in questa bella mattinata di sole estivo che la vede particolarmente felice: “Voglio ringraziare gli organizzatori del Premio Maria Cumani, il Presidente della Giuria, il Maestro Alessandro Quasimodo, e il poeta Giuseppe Aletti, per aver considerato questo mio scritto. Non credevo di poter arrivare in finale, eppure è accaduto. Un sogno che diventa realtà e vorrei spezzare la mia felicità con coloro i quali attraversano un periodo difficile, a causa della pandemia, di altre malattie e dei problemi economici. Ho sempre creduto e credo nel valore della condivisione e scrivere, oltre ad essere un momento di estrema libertà, significa offrire agli altri la propria anima. Da chi ha letto il libro, gratificazioni che porterò per sempre nel mio cuore. Un ringraziamento anche al direttore Leonardo Mattioli, sempre attento al percorso di queste “Tre donne”, a Livia Castellana e Paolo Gasparini, due amici veri e due valenti attori che si sono offerti per la lettura, nel corso delle presentazioni. E grazie a Ugo Pansolli, che le “Tre donne” ha visto nascere e crescere, fino alla pubblicazione delle loro storie. Ugo è il vero “mistero” della mia vita. Un rapporto che ha subito infinite trasformazioni, ma che è rimasto saldo su una colleganza che data ormai quasi un quarto di secolo e sulla unione delle nostre anime che, come mi piace pensare, ha attraversato e attraverserà il tempo, lo spazio, l’umana comprensione.” (L.M.)