Pratovecchio-Stia : appello Cia Toscana , “in una regione come la Toscana, dove il 50 per cento della superficie è boscata, il settore agro-forestale e forestale è strategico. Gestione sostenibile del bosco per perpetuare le foreste e renderle resilienti ai cambiamenti climatici e agli incendi”

E’ un appello chiaro quello che arriva da Pratovecchio-Stia, per un giorno capitale della silvicoltura regionale. Dal comune simbolo di alberi, foreste e gestione sostenibile del territorio,  operatori e istituzioni, riuniti da Cia Toscana alle Officine Capodarno, hanno condiviso la necessità di salvaguardare l’attività di coltivazione e taglio del bosco e, con essa, della filiera del legno,  per garantire una importante voce dell’economia agricola toscana, per contrastare i fenomeni di spopolamento che, da anni ormai, colpiscono duro soprattutto le aree interne e le zone   montane e, non ultimo,  per combattere i cambiamenti climatici.Leggi poco chiare, lasciate spesso all’interpretazione soggettiva, possono mettere a rischio l’attività e  generare incertezze negli operatori, demotivandoli: un rischio grave, non solo per  il Casentino, ma per l’intera Toscana, la cui superficie, per metà, è coperta proprio da boschi e foreste. E’ stata Eleonora Ducci, Presidente dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino, a mettere a fuoco il problema, in apertura dei lavori, portando anche l’esperienza dell’ente che rappresenta: “L’Unione dei Comuni Montani del Casentino è da sempre impegnata nella gestione corretta e sostenibile del demanio regionale e proprio questo impegno di valorizzazione dei boschi della vallata si è recentemente tradotto nella certificazione della gestione forestale sostenibile per il comprensorio delle Foreste Casentinesi – ha spiegato la presidente dell’Ente Eleonora Ducci -:  fare rete, lavorare tutti in una stessa direzione, rispettare in modo rigoroso ogni norma e formare le aziende del territorio organizzando eventi come quello di oggi, ci permette di promuovere la tracciabilità delle filiere, di favorire l’impiego del legno per usi durevoli e di valorizzare le numerose altre funzioni che le foreste sono in grado di dare alla collettività. Le leggi però devono essere chiare e dare certezze operative a chi le deve applicare”. “Negli ultimi anni abbiamo assistito a una costante e progressiva diminuzione delle imprese impegnate nella silvicoltura: il trend ha gravi e negativi riflessi sull’economia locale e sullo stesso patrimonio boschivo. C’è bisogno di  regole certe per consentire la sopravvivenza della filiera e delle imprese, ma anche per la gestione stessa del bosco, che sta crescendo e che, se non gestito, può creare notevoli problemi sul piano del dissesto idrogeologico e della propagazione degli incendi”, ha commentato Valentino Berni, Presidente di Cia Toscana. “Abbiamo voluto affrontare questo tema strategico soprattutto per le aree interne – ha aggiunto Giordano Pascucci, Direttore di Cia Toscana -: è necessario promuovere la cultura del bosco, della sua coltivazione e  gestione, della filiera complessiva del legno e di tutti i prodotti del sottobosco. Occorre fare in modo che le imprese forestali e agro-forestali   trovino un reddito adeguato che consenta loro di proseguire l’attività”. Infine  Serena Stefani, presidente di Cia Arezzo: “ci siamo molto concentrati sul tema delle norme, che regolano questo settore complesso e articolato. Occorre chiarezza, solo in questo modo potremo dare certezze operative alle imprese  forestali e agroforestali, che   sanno esprimere grande professionalità e dimostrano ampie e consolidate competenze sul piano ambientale e capacità di organizzazione dei cantieri che devono essere portati avanti con estrema attenzione alla sicurezza. Requisiti essenziali   in un settore strategico, che ha riflessi economici importanti sulle comunità locali; riveste un ruolo fondamentale per la  conservazione della risorsa  e contribuisce a fronteggiare i cambiamenti climatici”.