Sarteano: inaspettato successo editoriale per il libro “Le Avventure di Attila ,ovvero di Valerio Rossi”. Solo nelle prime 24 ore vendute 200 copie. Prenotazioni non solo da tutta Italia ma anche dall’estero

Di Leonardo Mattioli

Non ci crede neanche lui quando racconta che solo nelle prime 24 ore dall’uscita del suo libro ha venduto subito 200 copie . Poi gli sono giunte prenotazioni su prenotazioni non solo dall’Italia ma anche da tanti paesi esteri. Lui è “Attila”,al secolo Valerio Rossi, un sarteanese Doc di quelli veri, che si è raccontato in un libro di poco più di 120 pagine dove vengono descritte le sue “avventure” e quelle della sua “banda” o “clan” composto da tanti ragazzi più o meno della sua età che negli anni della loro giovinezza ne hanno combinate di tutti i colori e anche di più. E non solo scherzi tipo quelli immortalati nella serie dei film mitici di “Amici miei”, anche più “feroci”. Lui e i suoi amici , tutti con un soprannome azzeccato che ancora oggi si portano dietro, sono stati i protagonisti di un certo periodo di Sarteano di quasi 40 anni fa, un periodo che  anche gli abitanti dei paesi  confinanti e non solo si ricordano bene proprio per le loro “bravate” sempre al limite, qualche volta pure oltre. Insomma per quel gruppo di ragazzi degli anni 70-80 un periodo eroico entrato nella loro storia. A corredo delle avventure tutti i personaggi, o quasi, ricordati da “Attila” sono immortalati nelle pagine finali con fotografie attuali vicine a quelle d’epoca (da tutti, ovviamente, si è fatto firmare la liberatoria). E tutti con il soprannome vicino.  Così troviamo Ilio Mannelli detto “Ciulbruk”, Mauro Crociani “Bobo”, Marco Pippi “Il gorilla”, Mauro Morgantini “Il Capone”, Luciano Maccari  “Camarro”, Claudio Bartoli “il Sauro”,Mario Banchi “il Kranius”, Mauro Morgantini “il Pancho”, Paolo Buoni “la Foca”, Gianni Franchi “Batista”, Gino Arnaldi “Il Mucco” e tantissimi altri che gli sono stati vicini, oggi come allora, anche in questa carrellata di “Amarcord” in salsa sarteanese. Sono 17 capitoli per altrettante ”avventure”, una più divertente dell’altra. Lo stesso “Attila” nelle sue note biografiche non nasconde , anzi le sottolinea, le sue caratteristiche  definendosi irrequieto e ribelle con un modo di fare guascone e spregiudicato e , aperto come è sempre stato,  ammette anche di aver  esagerato. Si dipinge come  l’uomo dei record per aver  svolto decine e decine di lavori, di procedimenti penali, di fratture, di viaggi e di amicizie e su questo non ci sono dubbi  visto il successo editoriale. Amicizie dovute anche a un lato del suo carattere che timidamente nasconde: è un uomo che si fa in quattro per gli amici prendendosi carico anche delle  loro”battaglie perse in partenza”. Insomma un cuore grande e lo si vede anche oggi tenero com’è con la moglie, le figlie e i nipotini. Ma perché è stato chiamato “Attila” fin da piccolo ? Lo racconta lui nel primo capitolo. Lo chiamò così suor Fernanda dove aver scoperto che lui e la sua banda di ragazzini avevano divorato, scavalcando una finestra aperta al primo piano dell’Istituto Sacro Cuore, dolci e bibite di ogni genere che “nessuno di noi – scrive – aveva mai visto”. Pochi giorni dopo suor Fernanda, indirizzata da qualcuno che aveva assistito alla scena, lo fermò davanti alla scuola e “con una espressione seria ma anche dolce, di fronte a decine di scolari” gli disse: “dove passi tu non cresce più neanche un filo d’erba, sei come Attila”. Insomma un libro da gustare capitolo dopo capitolo per  fare un tuffo nel passato in una “Italia  che fu” e in una Sarteano che è notevolmente cambiata ma loro, la banda, il clan, sono sempre rimasti amici e tutti i giorni si rivedono seduti intorno ai tavolini di un bar del borgo per parlare di allora ma anche dei problemi di oggi. Se Federico Fellini fosse ancora vivo ne farebbe un film tipo “I Vitelloni” girato a Rimini, gli ingredienti ci sono tutti e Sarteano si presterebbe benissimo come sfondo per queste “Avventure”.