Siena: Festival della Salute; il lockdown e le conseguenze sottovalutate dell’isolamento nell’intervista a Marco Geddes da Filicaia

Stop alle visite ai parenti ricoverati in ospedale. Divieto di andare a trovare i parenti ricoverati nelle case di riposo. Due conseguenze dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo a causa della pandemia da Covid-19 e che hanno configurato una sorta di isolamento forzato. Un aspetto che, secondo quanto emerso nel corso del talk show “Il male della solitudine” al Festival della Salute  è stato sottovalutato dai decisori politici. Marco Geddes da Filicaia è stato direttore sanitario del Presidio Ospedaliero Firenze centro dell’Azienda sanitaria di Firenze e dell’Istituto Nazionale Tumori di Genova, vice presidente del Consiglio Superiore di Sanità, assessore alla Sanità e servizi sociali del Comune di Firenze, e sulla questione ha un’idea ben precisa. “Perché l’isolamento e la solitudine – ha sottolineato – possono essere di due tipologie. C’è la solitudine che l’individuo sceglie autonomamente, magari perché ha bisogno di un momento di riflessione, e poi c’è quella imposta dalle istituzioni, come con i provvedimenti messi in atto per l’emergenza Covid. La si trova oggi nelle RSA, così come nei ricoveri ordinari e in quelli per Covid.19. Ha ragioni radicate, obiettive, che sono quelle di prevenire il rischio di contagio attraverso contatti con parenti e amici da parte dei ricoverati e degli operatori sanitari. Ma si porta dietro conseguenza drammatiche – ha spiegato Geddes- . L’isolamento nella gestione dell’emergenza sanitaria è stato considerato un male minore ma ha risvolti drammatici e si traduce in situazioni di grande sofferenza per la persona assistita e per i suoi cari. Mi ha sorpreso la disattenzione verso questo tipo aspetto perché è un problema enorme . Capisco che nelle RSA assistiamo a situazioni critiche ma l’incapacità in dieci mesi di allestire uno o più punti per le visite è stata una grave mancanza. Sarebbe bastato agire come in ambiti carcerari o ospedalieri, attraverso stanze colloqui con separazione a vetro che richiedono modesti interventi, dal costo limitato, e si realizzano nel giro di 1-2 mesi”. Per l’ex vice presidente del Consiglio Superiore di Sanità, dunque, “le norme costrittive devono essere utilizzate razionalmente: se vedo un anziano che ha difficoltà a salutare dalla finestra i nipoti fuori non vedo perché non si debba attrezzare una sala ad hoc. Oppure utilizzare strumenti informatici di qualità per superare questi ostacoli: purtroppo in Italia siamo molto, molto indietro”.