Siena: il 22 e il 24 febbraio due incontri dedicati all’accademico linguista e drammaturgo Girolamo Gigli nel terzo centenario della sua morte

A “Girolamo Gigli, accademico linguista, drammaturgo” sono dedicati, nel terzo centenario della morte, due incontri di studio organizzati dall’Accademia Senese degli Intronati, il 22 e il 24 febbraio alle ore 16.30, rispettivamente presso l’Accademia dei Fisiocritici e presso l’Accademia dei Rozzi. Il 22 febbraio si parlerà di “Girolamo Gigli erudito e accademico” con Mario De Gregorio, che è anche il moderatore di entrambi gli appuntamenti, Lucinda Spera, Bernardina Sani, Enzo Mecacci mentre il 24 febbraio l’argomento sarà “Girolamo Gigli tra commedia e lingua senese” e a trattarlo da vari aspetti saranno ancora De Gregorio e poi Marzia Pieri, Giulia Giovani, Giada Mattarucco.Le celebrazioni, che hanno il patrocinio del Comune di Siena e dei due Atenei senesi, l’Università degli Studi e l’Università per Stranieri, proseguiranno a settembre con una mostra, il relativo catalogo e la presentazione di un volume, grazie alla collaborazione con l’Archivio di Stato di Siena, la Società Bibliografica Toscana e la rotariana Fellowship of Old and Rare Antique Books and Prints.Ancora una volta le tre storiche Accademie senesi si riuniscono per un’altra celebrazione congiunta dopo quelle per Leonardo e per Dante, segno di una cultura non frammentaria ma a tutto tondo, e di una presenza viva e vitale per la propria città.  Girolamo Gigli è una figura complessa e versatile del panorama culturale senese fra ‘600 e ‘700.Attivo nelle compagnie laicali cittadine, Gigli fu socio e segretario dell’Accademia Senese degli Intronati, fece parte dell’Arcadia, dell’Accademia della Crusca, degli Accesi di Bologna e dei Timidi di Mantova. Erudito, linguista, animatore del mondo teatrale senese e romano, scrittore di commedie e cantate per musica, poeta, epigrammista, con una vena sempre polemica e irriverente, Gigli fa parte della storia del teatro italiano in quanto uno dei primi a rielaborare il modello della commedia satirica francese, adattandola al contesto senese e precorrendo l’esperienza di Goldoni.  Il suo spirito polemico, che non si ferma alla dimensione locale e non risparmia contesti romani e l’intera corte fiorentina, gli causerà i maggiori problemi: la pubblicazione del Vocabolario cateriniano, frutto della passione per Santa Caterina e per la lingua senese, lo porterà ad essere espulso dalla Crusca ed esiliato dalla Toscan un’invettiva contro Giovanni Mario Crescimbeni, il fondatore dell’Arcadia, lo farà espellere da quella Accademia e allontanare anche da Roma, dove morirà, lontano da una patria amatissima ma da molti non sempre apprezzato per la sua opera e il suo carattere dissacratorio, volto a mettere alla berlina comportamenti ipocriti e falsi.