Siena:  quartiere dell’Acquacalda; assessore  Magi, “abbattuti i pini a rischio”

La condizione dei pini presenti all’Acquacalda, nella zona scolastica tra via delle Province angolo via Violante di Baviera, è stata al centro dell’interrogazione presentata dal consigliere del gruppo Partito Democratico, Alessandro Masi e alla quale ha risposto l’assessore all’ambiente e aree verdi del Comune di Siena Barbara Magi. “Il Comune di Siena – ha esordito Magi – ha censito e indagato sullo stato di salute di tutti gli alberi della zona e più in generale dell’intero territorio (oltre 16mila alberi). Il verde e in particolare gli alberi costituiscono un patrimonio importante per l’amministrazione, un motivo di ricchezza e benessere, che per la propria naturale evoluzione è costantemente monitorato e, nei casi in cui se ne ravvisi la necessità, è sottoposto a interventi straordinari di sostituzione e rinnovamento”.“Gli alberi – ha proseguito l’assessore – diversamente da manufatti antropici, sono strutture dinamiche e, nella loro gestione, comportano sempre un certo grado di ‘rischio’. Sebbene un ragionevole sistema di gestione del rischio abbia generalmente l’obiettivo di conservare alberi che appaiono stabili in presenza degli eventi meteorici che normalmente possono verificarsi nel luogo di vegetazione dell’albero, risulta tuttavia necessario precisare che tutti gli alberi conservano inevitabilmente una certa dose di propensione al cedimento (e quindi di pericolosità). In arboricoltura non è infatti possibile individuare ogni e qualsiasi condizione che potrebbe portare un albero al cedimento totale o parziale”. “Per le problematiche inerenti le alberate di Pinus pinea in particolare – ha ribadito Magi –  va tenuto conto di quelle connesse al sito di impianto, in quanto non è un essenza idonea a costituire alberature di ambienti densamente urbanizzati e adibiti ad altri usi, quali asfalto, cordoli o comunque suoli eccessivamente compattati. In tali situazioni le radici di pino non sono in grado di svilupparsi in profondità e rimangono estremamente superficiali, aggravando una caratteristica tipica di quest’essenza che ne pregiudica la stabilità globale. Inoltre è importante notare che, quando le piante vegetano in condizioni non ottimali il loro ciclo vitale si riduce sensibilmente. L’amministrazione comunale ha intenzione anche di intraprendere il progetto dei ‘gemelli digitali’ (già avviato con successo anche in alcune realtà  italiane), finalizzato allo studio dell’intero patrimonio cittadino di alberi stradali per mezzo di un sistema ad alta tecnologia, che utilizza dati ottenuti con laser scanner (LiDar) combinati a immagini ad alta risoluzione per creare un gemello digitale di ciascun albero rilevato”.Sulla segnatura in rosso di alcuni pini presenti presso la scuola dell’Infanzia dell’Acquacalda e il Cus l’assessore ha così risposto: “Non sappiamo chi e perché abbia segnato di rosso alcuni dei pini in questa zona, sicuramente non è stata l’amministrazione comunale. In tutto il territorio sono presenti molti esemplari di pino domestico e attualmente, escluso gli alberi già abbattuti perché giudicati pericolosi, ne risultano dal censimento settecentotrentadue. I pini posti nel quartiere dell’Acquacalda sono stati oggetto di indagini specifiche redatte da un pull di agronomi e tale studio ha messo in relazione le condizioni di stabilità di alcuni esemplari arborei di Pinus pinea con la suscettibilità del sito e con la probabilità, in caso di crollo, di colpire bersagli sensibili”. “L’obiettivo finale – ha aggiunto Magi – è stato quello di individuare un valore di rischio da utilizzare come riferimento per la pianificazione degli interventi sulle alberature, di valutare l’opportunità di una loro conservazione e di definire i possibili interventi, anche in relazione alla destinazione d’uso del sito in cui vegetano. Nelle schede di rilievo relative alle varie alberature sono stati inseriti i dati identificativi dell’albero, i dati della zona, l’analisi della condizione della pianta, gli interventi prescritti e i dati relativi all’analisi del rischio. Il rischio di cedimento è stato valutato definendo il bersaglio principale, indicando la propensione al cedimento dei diversi organi della pianta, introducendo la seguente casistica: improbabile, possibile, probabile, molto probabile, imminente e individuando le possibili conseguenze nel caso di cedimento dei diversi organi fondamentali (radici, colletto, fusto e castello, rami principali); infine viene indicata la probabilità di cedimento dell’albero, valutata con la scala: molto bassa, bassa, media, alta, molto alta, di colpire il bersaglio principale individuato”. “Le indagini e valutazioni sono state svolte secondo quanto previsto dalle ‘Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile’ – ha concluso l’assessore Magi – elaborate del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, mediante il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico. Da tale studio sono emersi centotrentaquattro alberi totali nella zona tra Acquacalda e Petriccio: tre pini, giudicati a rischio estremo, sono stati già abbattuti. Nella maggior parte dei casi i bersagli principali considerati sono i veicoli e la viabilità, trattandosi di pini posti in alberature lungo strade densamente trafficate. Per le piante poste all’interno dei parchi i bersagli sono costituiti dai passanti e dalle eventuali aree gioco presenti.”.Il consigliere Alessandro Masi (gruppo Partito Democratico) si è dichiarato abbastanza soddisfatto della risposta fornita dall’assessore: “Almeno l’amministrazione ha posto l’attenzione sulla situazione dei pini anche nella zona dell’Acquacalda. Inoltre, le esperienze di censimento delle piante con le moderne tecnologie, che si sono viste, ad esempio, anche in Friuli Venezia Giulia, possono rappresentare un approccio diverso e innovativo. La cura del verde nel territorio comunale, se affrontata con le nuove tecniche (e non solo con l’abbattimento delle piante a rischio) sarebbe un grande passo avanti, perché anche quello arboreo è un patrimonio non solo ambientale, ma anche storico della città. Spero che l’adozione di nuovi strumenti contribuisca alla qualità del nostro ambiente e del sito Unesco”.