Siena: Rete Ready; Pd , “le rassicurazioni della giunta De Mossi non stanno ai fatti. È chiaro il disinteresse verso le politiche volte all’inclusione sociale”

Dal PD di Siena Unione Comunale riceviamo e pubblichiamo

“La rappresentante della giunta De Mossi, L’Assessora Sara Pugliese per giustificare la decisione di uscire dalla rete Re.a.dy, (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere)ci comunica che l’ Amministrazione Comunale ha a cuore il civismo della nostra città. A questo, rispondiamo che troviamo l’utilizzo della parola civismo puramente strumentale a coprire una chiara scelta politica che va nella direzione di un totale disinteresse verso le politiche che mirano all’inclusione sociale della cittadinanza e al contrasto di ogni genere di discriminazione.  La Rete Re.a.dy alla quale il Comune di Siena ha aderito nel 2014 grazie soprattutto ad un lavoro del partito democratico, lavora in cooperazione con altre associazioni presenti sul territorio affinché tutti i cittadini, a prescindere dal proprio orientamento sessuale possano sentirsi veramente parte integrante della società civile. Fornisce misure di contrasto contro ogni tipo di discriminazione sociale attraverso azioni mirate di formazione e sensibilizzazione per la valorizzazione di tutte le differenze, rivolte a tutto il tessuto sociale. Lavora per combattere stereotipi di genere,violenza maschile contro le donne, razzismo, intercultura, omotransfobia, bullismi.La scelta di uscire segnala una mancata comprensione della connessione tra le discriminazioni verso la comunità LGBTQIA+ (Lesbiche-Gay- Bisessuali-Trans-Queer-Intersex-Asex +) e tutte le altre forme di discriminazione. Come pensa la giunta di sostituire il compito della Rete Re.a.dy con il progetto contro il bullismo del Lions Club, iniziativa apprezzabile ma non sufficiente ad affrontare e magari risolvere queste tematiche? Dall’ Assessora Sara Pugliese, giovane donna, con tradizioni riformiste, ci saremmo aspettati più coraggio ed una visione più aperta, senza prestarsi a “coprire le spalle” alle posizioni più retrive e di destra della giunta. Questa presa di posizione è invece secondo noi un modo per lavarsene le mani e non dare priorità alla questione nell’agenda politica, nascondendosi dietro un presunto civismo. Il nostro intervento, non è come ci viene detto dal rappresentante della giunta, una posizione ideologica ma è motivato da una conoscenza profonda di quella che è la storia che ha portato all’attivazione della Rete. La Rete Re.a.dyè pienamente in armonia con con un programma europeo al quale invece di distaccarsi si dovrebbe essere orgogliosi di aderire, infatti Il 31 marzo del 2010 il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha approvato la Raccomandazione CM/Rec(2010)5, diretta agli Stati membri, finalizzata a combattere la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.Questa Raccomandazione costituisce un importante strumento di diritto internazionale sulle questioni LGBTIn essa, infatti, il riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali e transessuali viene collocato nel più ampio contesto dellatutela dei diritti umani. In particolare, nel preambolo della Raccomandazione, si afferma chele persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali hanno subito per secoli e tuttora sono vittime di omofobia, transfobia e altre forme di intolleranza e di discriminazione, anche all’interno delle loro famiglie, – ivi compreso sotto forma di criminalizzazione, marginalizzazione, esclusione sociale e violenza -, in ragione del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere, e che è richiesta un’azione specifica al fine di garantire a tali persone il pieno godimento dei loro diritti umani.La Raccomandazione invita, pertanto, gli Stati appartenenti al Consiglio d’Europa ad ispirarsi nelle loro legislazioni e nelle loro politiche a una serie di principi e di misure volti ad assicurare i diritti umani alle persone LGBTQIA+ nei diversi ambiti della vita familiare, sociale e lavorativa. Per questo le rassicurazioni dell’Assessora Sara Pugliese purtroppo non ci bastano perché la realtà dei fatti è un’altra, ribadiamo la nostra preoccupazione per le scelte della giunta che non vanno nella direzione dell’incremento di misure finalizzate alla tutela dei diritti civili dei cittadini.”