Siena: Savorgnan (Italia Viva), “mancata concessione di occupazione del suolo pubblico. E’ necessaria una regolamentazione comunale ad hoc imperniata sul buonsenso e sul contemperamento delle esigenze al decoro pubblico e del principio d’iniziativa economica”

“Italia Viva Area Senese ci tiene a dire la sua sulla mancata proroga delle concessioni del suolo pubblico”. A parlare, il Giurista Piero Savorgnan, Vicepresidente Italia Viva Area Senese. “Il Comune deve dare ulteriore sostegno ai piccoli imprenditori in tema di concessione del suolo pubblico. Nonostante il governo abbia concesso ai comuni la facoltà di usufruire di una proroga di un anno in tema di concessioni dell’occupazione del suolo pubblico, il comune di Siena ha deciso di riesaminare tutte le concessioni negandole a una parte dei piccoli imprenditori, cagionando un decremento economico non solo agli imprenditori ma anche alle casse del comune stesso, infatti questo eccessivo conservatorismo potrebbe essere contrastante con il principio d’iniziativa imprenditoriale ingessando l’economia della città e risultando abnorme rispetto ai reali rischi in tema di ordine pubblico e di decoro urbano.E’ certamente esercizio di potere giuridicamente legittimo il provvedimento di diniego della concessione del suolo pubblico da parte dell’Amministrazione nei confronti dei commercianti. Tuttavia, Italia Viva Area Senese – attraverso il Giurista Piero Savorgnan – esprime le seguenti annotazioni tecniche. Se ben regolamentati e contemperati i principi di viabilità e di decoro urbano possono convivere con il principio dell’iniziativa economica (costituzionalizzato ai sensi dell’art. 41). Attraverso un regolamento comunale ad hoc e un confronto tra i vari tavoli tecnici -in cui si tenga conto sia delle esigenze di carattere economico e della categoria imprenditoriale ma anche della salvaguardia dell’ordine pubblico e del decoro urbano- si dovrebbero prendere urgenti misure nell’ottica di rinnovare le concessioni (per quanto possibile) dell’occupazione del suolo pubblico ai piccoli commercianti. La bussola di questo regolamento comunale dovrebbe essere il buonsenso. E’ fatto incontestabile che i piccoli commercianti tengono vivo il tessuto economico – sociale della città così come è chiaro che si debba dare ai giovani maggiore possibilità di poter usufruire di spazi di aggregazione (anche all’aperto) che notoriamente e storicamente sono bar, osterie, ristoranti. Soprattutto in considerazione del fatto che una voce importante dell’economia della città è la fascia giovanile che sceglie la città di Siena come luogo d’istruzione. Un caso fra tutti è quello del Prato di Sant’Agostino in cui si potrebbero fare delle azioni concrete (contemperando i principi giuridici menzionati)per esempio dando la possibilità di collocare i tavolini al di fuori dei locali in determinate fasce orarie dalle 19 fino mezzanotte; oppure collocare i tavolini in determinate zone del parco in cui non arrechino fastidio, magari facendo pagare agli esercenti un canone di concessione proporzionale alle ore di occupazione del suolo pubblico.  Per quanto riguarda invece le norme in materia di decoro pubblico si potrebbe suggerire di richiedere ai piccoli commercianti, con maggiore enfasi e con una regolamentazione ancora più precisa, che lo spazio pubblico dato loro in concessione sia mantenuto in perfetto stato igienico-sanitario, di sicurezza e decoro con un regolamento comunale. Le tasse aumentano e i piccoli commercianti hanno bisogno di poterle pagare, il Comune deve facilitare il diritto d’iniziativa economica rimuovendo gli ostacoli attraverso misure idonee, congruenti e proporzionali . Devo inoltre evidenziare –  conclude Savorgnan – che ai fini della concessione dell’uso del suolo pubblico nei confronti dei commercianti a cui è stato tolto pagavano comunque un tributo che contribuiva anche all’economia del Comune di Siena. Insomma, le limitazioni non fanno bene a nessuno e attraverso il buonsenso e un regolamento comunale ad hoc si deve certamente garantire il decoro urbano ma anche il diritto all’iniziativa economica. Il Comune deve prendere in considerazione le richieste dei piccoli commercianti che chiedono una seconda possibilità. Inutile ricordare che sotto i singoli titolari ci sono dei dipendenti con delle intere famiglie”.