Spiagge in Maremma: la plastica rappresenta l’80% dei rifiuti dispersi. Presentati da Legambiente e Università di Siena i dati relativi al loro stato di salute nell’ambito del progetto COMMON. Rilevati più di 300 rifiuti per ogni 100 metri lineari di spiaggia, oltre il 95% è in plastica, per la metà si tratta di oggetti in plastica monouso.

Questa mattina, nella sala del Consiglio della Provincia di Grosseto, alla presenza di Legambiente, di rappresentanti del Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Siena e di amministratori dei Comuni costieri locali, sono stati presentati i dati relativi allo stato di salute, relativamente alla presenza di rifiuti, delle spiagge della Maremma reperiti nell’ambito del progetto COMMON, finanziato dall’Unione Europea tramite il programma ENI CBC MED con 2.2 milioni di euro. La plastica rappresenta l’80% dei rifiuti dispersi nell’ambiente marino e costiero. Su oltre 90mila oggetti raccolti sulle spiagge di Italia, Libano e Tunisia nell’ambito del progetto COMMON e analizzati mediante protocolli scientifici armonizzati, 17mila (circa il 20%) sono mozziconi di sigaretta e 6mila cotton-fioc. Le attività di monitoraggio svolte nell’area pilota della Maremma  tra il 2020 ed il 2021 hanno rilevato oltre 300 rifiuti per ogni 100 metri di spiaggia, un dato che va ben oltre i 20 rifiuti spiaggiati ogni 100 metri lineari di costa, valore soglia fissato dall’Unione Europea per determinare il buono stato ambientale di una spiaggia. Oltre il 95% dei rifiuti rinvenuti è costituito da plastica, per la metà si tratta di oggetti in plastica monouso. Importante la presenza dei bastoncini di cotton-fioc che rappresentano 1 rifiuto su 3. Grazie ai protocolli scientifici utilizzati, è stato possibile individuare le sorgenti di inquinamento responsabili dei rifiuti spiaggiati: le attività nell’entroterra si confermano la principale fonte inquinante, responsabile per il 35% dei rifiuti totali, seguite dalle attività lungo la costa, con il 20%. Una percentuale non trascurabile di rifiuti, di circa il 5%, è legata alle attività prettamente marittime, quali pesca e acquacoltura. Da non trascurare risulta in fatto che il 42,9% dei bagnanti ha dichiarato che nei bar e nei ristoranti in spiaggia sono ancora presenti in misura considerevole le bottiglie in plastica.Durante i 3 anni di progetto realizzato da Legambiente, Università di Siena e CIHEAM Bari, Istituto Nazionale di Scienze e Tecnologie del Mare di Tunisi, Università di Sousse per la Tunisia e ONG libanese Amwaj of the Environment e la riserva naturale di Tyre per il Libano, operatori turistici e bagnanti delle 5 aree pilota (Maremma e Salento in Italia, Isole Kuriate e Monastir in Tunisia e riserva naturale di Tyre in Libano) sono stati sottoposti a questionari sulla loro percezione in materia di gestione dei rifiuti nelle zone costiere e sui relativi parametri ambientali nell’ambito della campagna “BEach CLEAN”, un’iniziativa volta a promuovere una migliore gestione dei rifiuti negli stabilimenti balneari di località del Mediterraneo ad alto afflusso turistico. La campagna ha visto complessivamente, nei tre Paesi, il coinvolgimento di 230 stabilimenti per la sensibilizzazione dei turisti e dei frequentatori delle spiagge. In Maremma, sono stati resi partecipi 30 operatori turistici della costa (coinvolti in modo attivo nella sensibilizzazione dei propri clienti) in una doppia intervista effettuata a inizio e a fine stagione per valutare l’efficacia della campagna di sensibilizzazione. Stando alle opinioni fornite a inizio estate, l’85% dei clienti risultava solitamente attento al corretto smaltimento dei rifiuti. Al termine della stagione, oltre la metà degli operatori economico turistici ha segnalato cambiamenti nel comportamento dei clienti circa il corretto smaltimento dei rifiuti dovuto ad una maggiore azione di sensibilizzazione. Solo il 4% ha ritenuto necessario aumentare o modificare il servizio di raccolta differenziata. Se ad inizio stagione in vetta alla classifica dei rifiuti maggiormente rintracciati in spiaggia dagli operatori turistici risultavano i mozziconi di sigaretta, a fine campagna il 56% degli operatori ha notato una maggiore attenzione sul corretto uso di secchi e posacenere, dimostrando che è necessario insistere sulla sensibilizzazione. “Il progetto COMMON – ha dichiarato Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente – rappresenta un importante tassello della nostra azione di sensibilizzazione nei confronti delle cittadine e dei cittadini rispetto alle tematiche ambientali. La pressione antropica sulle nostre spiagge in estate è una criticità su cui è necessario tenere i riflettori accesi. Farlo coinvolgendo operatori del settore e bagnanti è strategico e consente loro di sentirsi direttamente responsabili delle ricadute dirette sugli ecosistemi. La nostra Maremma in questi anni ha fatto importanti passi avanti sul fronte del turismo sostenibile, anche grazie all’azione di amministratrici e amministratori illuminati. Adesso, serve convintamente continuare su questa strada, lavorando per allargare lo spazio delle buone pratiche.” .“COMMON – ha dichiarato Maria Cristina Fossi, docente dell’Università di Siena – si propone come un esempio unico a livello del Mediterraneo di capitalizzazione delle metodologie di monitoraggio sviluppate in iniziative precedenti (il progetto Interreg-Med Plastic Busters MPAs, ad esempio) ed è una loro implementazione attraverso azioni mirate di diagnosi e mitigazione, sinergicamente attuate nelle due sponde del Mediterraneo, come auspicato dall’Unione del Mediterraneo attraverso l’iniziativa Plastic Busters”.