Toscana : alluvione; Coldiretti , vigne e cantine allagate, animali affogati e prenotazioni cancellate negli agriturismi.” Danni diffusi su tutto il territorio. Dal 2006 ben 113 ettari di aree rurali, pari a 80 campi da calcio, sono state urbanizzate secondo l’Ispra.”

C’è chi, con l’acqua fino alla gola per l’esondazione del Rio del Mandriale, siamo a Fucecchio, ha rischiato la vita per salvare i suoi cavalli e chi come un florovivaista tra Viareggio e Torre del Lago ha tentato, con il vento che soffiava a 120 km all’ora, di rinforzare le coperture delle serre dove stanno crescendo migliaia di Stelle di Natale destinate alle prossime festività. Hanno lottato come meglio potevano gli agricoltori che in pochi minuti hanno visto mesi ed anni di lavoro sprofondare sotto l’acqua tracimata con violenza da fossi e corsi d’acqua cancellando strade e inondando centinaia di ettari di terreni già seminati e lavorati. Nella zona del Chianti alcune vigne sono ancora allagate mentre a Fauglia, nel pisano, 5 mila quintali di grano per uso alimentare dovranno essere buttati via. Situazioni critiche sono segnalate in molte aree montane, dalla Lunigiana alla montagna Pistoiese, con frane e smottamenti hanno provocato il crollo di muretti e recinzioni. I torrenti sono finiti dentro le cantine, i magazzini di stoccaggio, le cucine degli agriturismi che hanno dovuto cancellare le prenotazioni e persino nelle piscine che ora sono riempite dai detriti. Decine gli animali annegati per cui si è perso il conto. A Capraia e Limite una cinquantina di conigli sono affogati a causa dell’esondazione del Rio della Botta. Il vento ha scosso le piante, fatto cadere le olive e le mele da raccogliere e strappato le coperture delle serre dove l’abbassamento delle temperature e la nuova perturbazione potrebbe dare il colpo di grazia agli ortaggi. E poi c’è la conta senza fine dei prodotti agricoli freschi e lavorati, piante, concimi, sementi da buttare o in parte persi e delle attrezzature come impianti di irrigazione e trattori immersi nel fango. Sono le storie che arrivano da tutta la regione frutto delle tante segnalazioni che Coldiretti Toscana, attraverso la sua rete di uffici di zona, sta raccogliendo. Testimonianze che raccontano spesso dell’impotenza dell’uomo nell’affrontare eventi come quello che si è scatenato sulla Toscana. Sono almeno un migliaio le aziende agricole danneggiate più o meno gravemente dal maltempo mentre la stima dei danni, a referto, parla di almeno 50 milioni di euro. Più della meta dei danni sono imputabili al distretto vivaistico di Pistoia che genera oltre 360 milioni di euro di esportazioni: ora a rischio. “L’aspetto che oggi più ci preme è quello di poter dare certezze alle imprese, così come alle loro famiglie, che sono in ginocchio e che non possiamo permetterci di far sentire sole ed abbandonate. – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – C’è bisogno di risorse per risarcirle e farle ripartire al più presto e soprattutto di modalità semplificate per renderle efficaci e concrete. Già da domani crediamo sia necessario lavorare per ripensare il nostro approccio al consumo del suolo e alla gestione del territorio che in pochi mesi ci ha mostrato in più occasioni la sua grande fragilità. Il paese ha bisogno di una legge contro il consumo di suolo”.Un conto, quello stimato da Coldiretti Toscana, ancora provvisorio che non tiene conto dei danni futuri per le coltivazioni che non riusciranno a riprendersi che mette a nudo la grande fragilità del territorio dove il 100% dei comuni si trova in area a rischio idrogeologico ma ciò nonostante la cementificazione selvaggia va avanti. Dal 2006 ben 113 ettari di aree rurali, come 80 campi da calcio, sono state trasformate in aree urbane o suburbane secondo l’ultimo rapporto Ispra.La tropicalizzazione del clima con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo espone la popolazione e le imprese a rischi sempre maggiori con l’agricoltura che è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Servono – conclude Coldiretti Toscana – investimenti per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni resistenti ma anche una legge contro il consumo di suolo.