Toscana : gli investimenti esteri sono tornati ai livelli pre-pandemia. I settori leader sono moda, turismo e real estate,  scienze della vita e agroalimentare

Cresce il capitale investito in Toscana dall’estero, anche a fronte di una diminuzione del numero complessivo delle operazioni. E’ questo uno dei dati di spicco emersi nel corso dell’Annual Meeting di Invest in Tuscany, lo ‘sportello’ che oggi fa parte della Direzione regionale per la competitività territoriale della Toscana ed autorità di gestione, in stretto raccordo con la stessa presidenza di Regione Toscana, e che si occupa di seguire le aziende che investono sul territorio. In Toscana gli investimenti nel 2022 sono quasi tornati ai livelli pre pandemia seppur in calo in termini di numero di operazioni: 54, di cui 30 quelle estere, per 2 miliardi di capitale investito (nel 2021 i progetti di investimento sono stati 86 per un totale di quasi un miliardo investito). I settori leader sono quelli tradizionali: moda (16), turismo e real estate (8), scienze della vita (7), agroalimentare (6). Firenze si conferma in testa con 16 progetti, seguono Arezzo con 9 e Pisa con 7. La Toscana occupa il 4° posto nella classifica nazionale, subito dopo la Lombardia, la Liguria e il Lazio, in termini di valore aggiunto prodotto dalle multinazionali toscane rispetto a quello di tutte le imprese presenti in regione. Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna sono i primi tre investitori esteri che hanno scelto la Toscana come regione preferita in cui localizzare le proprie unità produttive. Il presidente Giani, intervenuto  al convegno, ha sottolineato l’integrazione tra le grandi imprese multinazionali estere ed il sistema produttivo toscano. “Come sappiamo il tessuto economico e imprenditoriale toscano è fatto di micro, piccole e medie imprese altamente integrate con le multinazionali che, dal canto loro, basano gran parte della propria presenza sui rapporti con l’indotto ed il sistema della ricerca. Prendiamo ad esempio la nautica. Per la rifinitura di yacht ed imbarcazioni tante grandi imprese possono contare sulla qualità, manualità e artigianalità di tante aziende dell’indotto. La definirei una ‘santa alleanza’ tra gli investimenti delle grandi multinazionali ed il tessuto produttivo composto da tante piccole e medie realtà”. Ha poi evidenziato l’impatto delle grandi aziende. “C’è il fondo Melrose – ha aggiunto – che ha prodotto l’inqualificabile situazione della GKN, ma ci sono anche la Baker Hughes, la Solvay, la Ecopol e la Eli Lilly e tante altre ancora poi nel settore moda. Tante imprese che con i loro investimenti hanno mutato il volto dei territori. La Toscana spalanca le proprie porte anche sul piano culturale e non solo strettamente economico. In prospettiva diventa importante consolidare tutto questo e ampliarlo. E, da più di dieci anni, Invest in Tuscany, grazie alle sue professionalità, accompagna e segue le aziende che intendono creare nuova opportunità e che auspichiamo possano aumentare. Consideriamo – ha concluso – che col nuovo settennato della programmazione Fesr, circa 600 milioni di euro saranno messi a disposizione delle imprese, a testimonianza del nostro impegno per supportare lo sviluppo della Toscana”.