Toscana in zona arancione; consigliere regionale Capecchi (FdI), “la riapertura della stagione venatoria non è incompatibile con la lotta al Covid e, infatti, l’ordinanza del Governatore Giani consente di nuovo lo svolgimento della caccia in quanto attività di pubblica utilità”

dal Consigliere regionale Alessandro Capecchi (Fdi) riceviamo e pubblichiamo

La riapertura della stagione venatoria non è incompatibile con la lotta al Covid. E infatti l’ordinanza odierna del Governatore Giani consente di nuovo lo svolgimento della caccia “in quanto stato di necessità per conseguire lo sviluppo faunistico venatorio, per limitare danni alle colture nonché per limitare il potenziale pericolo per la pubblica incolumità”. Aver chiesto la riapertura della stagione venatoria non significa in alcun modo essere insensibili rispetto ai lutti che la pandemia ha provocato. Soltanto chi è in malafede può pensarlo. Inoltre, non ho mai detto che la riapertura della caccia fosse una priorità, ma che era stato un errore chiuderla.Come Fratelli d’Italia abbia fatto varie proposte, di cui alcune sono state accolte, per affrontare la diffusione del virus (dallo sblocco delle assunzioni del personale infermieristico e socio-sanitario al coinvolgimento delle farmacie per test e tamponi, dal ripensamento della politica sanitaria di area vasta a favore degli ospedali periferici al potenziamento delle Usca oltre al rafforzamento dei mezzi pubblici per il trasporto scolastico). Erano stati il mondo venatorio e quello agricolo a chiedere fortemente di riaprire la caccia e poi una deroga rispetto al calendario ordinario per recuperare il tempo perso. Deroga a cui anche la Giunta regionale, come ha annunciato l’assessore Saccardi, sta pensando. La popolazione degli ungulati sta creando gravi danni ai campi coltivati, i cinghiali si stanno avvicinando sempre più alle abitazioni e creando incidenti sulle strade comunali e provinciali. Come successo a Pistoia con i cinghiali che vagano liberamente sulla tangenziale della città. La politica è chiamata ad impegnarsi allo stremo nella lotta alla pandemia così come non può trascurare o demandare ad altri la tutela della campagna, dell’agricoltura e l’incolumità dei cittadini toscani”.