Trequanda: all’esame delle ‘Donne del Vino’ un ‘itinerario’ per degustare i vini dolci della Toscana
di Claudio Zeni
Tutte insieme per valorizzare il vino dell’accoglienza dalle radici antiche e parte integrante della tradizione toscana; da questa necessità è partita l’idea di Donatella Cinelli Colombini di riunire intorno a sé produttrici appartenenti alle Donne del Vino della Toscana di cui è Delegata regionale e di presentare il nuovo look per il Passito da uve di Traminer aromatico IGT Toscana 2018.L’idea innovativa di Donatella Cinelli Colombini inaugura uno stile più ricercato e punta in alto con una etichetta che richiama fregi e trine antiche: non solo ha numerato le bottiglie del Passito da uve di Traminer aromatico come fosse una litografia, ma le tratta come finora è stato fatto solo con le opere d’arte. Solo 364 bottiglie da 375 CL destinate ai grandi amanti dei vini dolci e custodite in piccoli scrigni azzurri che ne valorizzano il carattere esclusivo e prezioso, una produzione di Passito che nasce dalla passione del marito di Donatella, Carlo Gardini e dell’enologa Barbara Magnani. Lo scenario per la presentazione di questo vino è stata la degustazione Dolce Toscana nel vino che si è tenuta alla Fattoria del Colle di Trequanda, in provincia di Siena, nei giorni scorsi, dove sono sfilati i vini dolci di 12 donne del vino: Vin Santo, Passiti, Occhio di Pernice, Aleatico e Moscadello di Montalcino, rappresentative di tutti i territori vinicoli toscana.I 12 vini dolci delle Donne del Vino toscane provenivano dalle cantine: Badia a Coltibuono, Banfi, Capezzana, Castello di Querceto, Castello Sonnino, Dei, Donatella Cinelli Colombini, Fattoria Aldobrandesca, Fattoria Le Pupille, Tenuta di Artimino, Tenuta Il Corno e Villa di Vetrice.Gli asset strategici per la valorizzazione di questi preziosi prodotti scaturiti dal confronto tra le produttrici sono stati diversi: tutti d’accordo sul fatto che l’enoturismo è un elemento da valorizzare: “Il Vin Santo e gli altri vini dolci vengono venduti soprattutto nel luogo di produzione grazie allo storytelling che affascina i visitatori, quindi – ha affermato Donatella Cinelli Colombini – se da un lato sarebbe auspicabile la creazione di un “itinerario di vini dolci toscani” che ne incentivi la conoscenza e le vendite e dall’altro la particolarità del loro sistema produttivo, la rarità e la territorialità di questi vini rafforzano l’appeal turistico delle cantine rispetto a un viaggiatore sempre più attratto da ciò che è raro e autentico”.