Trequanda il 10 febbraio celebra la Festa della Toscana ricordando la scuola di Don Milani
Nel Contesto della Festa della Toscana, che per l’edizione corrente è dedicata al centenario dalla nascita di Don Milani, il Comune di Trequanda ha organizzato un incontro pubblico che si terrà sabato 10 febbraio alle ore 16 a Castelmuzio, presso il Centro Servizi per l’Olicoltura. Protagonista dell’incontro sarà Sandra Passerotti, autrice dei libri “Le ragazze di Barbiana” e “Non bestemmiare il tempo”: durante la presentazione, che sarà coordinata da Sara di Crescenzio, sarà possibile approfondire le opere dell’autrice e ricordare l’importanza di Don Milani per la storia recente della nostra Regione e non solo. L’evento si svolge con la compartecipazione del Consiglio Regionale della Toscana e la collaborazione dell’associazione Castelmuzio Borgo Salotto e la libreria Libraccio di Firenze. “Le ragazze di Barbiana” è un libro che raccoglie le testimonianze delle figure femminili che agirono a diverso titolo nella scuola di Barbiana, con particolare attenzione alle ex allieve che negli anni ’50 e ’60 hanno avuto Don Milani come maestro. La nuova edizione, realizzata proprio in occasione del centenario, si arricchisce di nuove testimonianze di ex allieve, una riduzione teatrale e il commento del Prof. Dimitris Argipopoulos dell’Università di Parma. “Non bestemmiare il tempo” raccoglie la testimonianza di Fabio Fabbiani, marito di Sandra Passerotti, che ha frequentato la scuola di Don Milani a Barbiana. Un’esperienza che gli ha trasformato la vita, e che viene qui riproposta per comprendere la didattica della scuola, permettendo al lettore di essere partecipe dell’esperienza diretta.
Sandra Passerotti nel corso degli anni ha sviluppato un lungo e paziente lavoro di ricerca per raccogliere le testimonianze della scuola di Barbiana, sia tra coloro che erano state allieve, sia tra le donne adulte che contribuivano alle azioni educative. Dai racconti emerge come Don Lorenzo Milani spiegasse alle sue allieve come l’apprendimento di un lavoro avrebbe permesso loro una vera emancipazione e quanta importanza attribuisse alla loro formazione.