Ucraina: assessora regionale  Monia Monni risponde a Confcooperative, “dare ristoro è umanità, non turismo”

A seguito del comunicato stampa di Confcooperative, in cui si accusa Regione Toscana di aver confuso i profughi con i turisti, l’assessorato alla Protezione civile precisa  che il sistema di accoglienza, nell’ambito dell’emergenza Ucraina, è regolato dall’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri 872, che ne definisce le modalità e alla quale la Regione Toscana, come tutte le altre, si attiene. La competenza dell’accoglienza è in capo al Ministero degli Interni, e quindi alle Prefetture, che dispongono del sistema dei CAS. Tuttavia, data l’eccezionalità di questa situazione, con flussi non ordinati né prevedibili, la stessa ordinanza prevede un intervento del sistema di protezione civile regionale sia in via preventiva che in via straordinaria. Ciò significa che, qualora i numeri diventassero ingestibili all’interno degli ordinari sistemi di accoglienza, seppur rafforzati, le Prefetture potrebbero chiedere alla Protezione Civile un intervento straordinario. Allo stesso tempo, in via preventiva e nelle more della sistemazione all’interno della rete dei CAS, si può prevedere un’accoglienza temporanea in strutture convenzionate con la Protezione civile.  Per quest’ultima funzione, che si è rivelata particolarmente utile in questi giorni complessi, si è deciso di sottoscrivere un protocollo con le associazioni di categoria degli albergatori, finalizzato ad individuare strutture ricettive utili ad accogliere i profughi nelle primissime ore del loro arrivo, permettendo di dare tempo alle Prefetture, che stanno compiendo uno sforzo davvero straordinario, di individuare strutture idonee all’accoglienza assistita. Questo sistema ha permesso, in questi giorni di emergenza, di non lasciare nessuno senza un tetto o la possibilità di ristoro.  “Sono insieme dispiaciuta e sorpresa dalle dichiarazioni di Confcooperative- spiega l’assessora Monia Monni- che, evidentemente, non ha compreso come si articola il sistema strutturato per accogliere le persone che stanno scappando dalla guerra. Sarebbe bastata una telefonata per chiarire l’equivoco. La Toscana ha dimostrato, da sempre, di conoscere il valore dell’accoglienza, nella pienezza e nella complessità delle sue tante necessità. Nel sistema di accoglienza integrato e diffuso che ha caratterizzato la Toscana continuiamo a credere ed a riconoscerci. Gli alberghi convenzionati con la Protezione civile- prosegue-  non mettono in discussione il modello, ma lo integrano e adeguano alle caratteristiche di questa emergenza.  Non sostituiscono CAS o SAI, ma servono semplicemente per dare sistemazione temporanea, per coprire il tempo di organizzare un’accoglienza adeguata, che resta competenza delle Prefetture che voglio ringraziare per l’impegno straordinario di questi giorni, data l’imprevedibilità degli arrivi, non quantificabili nei tempi e nelle dimensioni. Sono una prima risposta necessaria, che rende più ordinata e gestibile una situazione molto complessa e consente di non lasciare nessuno per la strada, a qualunque ora del giorno o della notte arrivi. Il che mi pare francamente opportuno, visto che si tratta di persone, prevalentemente donne e bambini, che arrivano dopo estenuanti giorni di viaggio, spossati e traumatizzati e per i quali, in questo modo, è possibile accedere a strutture che, nell’immediato, offrano un letto, una doccia e pasti caldi.  Nel pieno rispetto dell’ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in questi giorni stiamo lavorando gomito a gomito con tutti gli attori della filiera dell’accoglienza, dalle Prefetture, alle Province, ai Comuni fino alle associazioni di volontariato, in maniera organica, nell’unità di crisi che riuniamo quotidianamente, ciascuno nel rispetto delle proprie e altrui competenze, ma consapevoli che solo tutti insieme potremo rispondere adeguatamente a questa grande emergenza umanitaria, onorando la grande tradizione toscana dell’accoglienza. Al nostro fianco abbiamo trovato la disponibilità anche di tante e tanti a dare il proprio contributo: cittadine e cittadini, associazioni, parrocchie, categorie economiche, organizzazioni tra cui voglio citare Coldiretti, e imprese come la Unicoop Firenze. Voglio ringraziarli tutti perché ogni contributo è utile e prezioso al fine di costruire un sistema di accoglienza efficace, ma anche per dare sollievo immediato e risposta ai tanti bisogni di chi arriva nella nostra Regione”.