Castiglion della Pescaia : domani 25 aprile Poseidone torna in mare . La tartaruga era rimasta impigliata una decina di giorni fa in una rete. Un localizzatore satellitare la seguirà nei prossimi mesi.

di Walter Fortini

Un tuffo e via. Poseidone domani 25 aprile riguadagnerà il mare aperto, sperando di non rimanere di nuovo impigliato in quella rete di pescatori dove, per caso, è rimasto imprigionato una dozzina di giorni fa.  Poseidone è un aitante maschio adulto di tartaruga marina – sessantacinque chili di peso, il carapace lungo 75 centimetri, un’età tra i trentacinque e quaranta anni (degli ottanta fino a cui può vivere una ‘caretta caretta’, la specie più comune di tartarughe di mare) –  e sarà liberato la mattina del 25 aprile nelle acque di Castiglione delle Pescaia al largo del porto, in provincia di Grosseto lungo la costa toscana. Ma soprattutto nei prossimi mesi un sofisticato localizzatore gps lo  seguirà nel suo girovagare per il Mediterraneo (e forse anche oltre), fornendo importanti informazioni ai ricercatori dell’Università di Pisa. Il progetto è regionale e per questo all’evento parteciperanno due rappresentanti della giunta.  “Sarà per me una grande emozione assistere al tuffo di Poseidone” dice l’assessora all’ambiente della Toscana, Monia Monni. “Una bella storia di solidarietà e amore” commenta l’assessore al turismo, Leonardo Marras. Poseidone, che oggi ancora sguazza nella piscina del centro di recupero dove ha potuto riprendere forze, sotto lo sguardo attento e amorevole dei biologi che lo hanno in cura, sarà liberato esattamente lì dove, martedì della passata settimana, era rimasto accidentalmente impigliato nelle reti del peschereccio Mareblu. Una fortuna nella sfortuna, perché i  pescatori, i fratelli Vincenzo  e Giuseppe Temperani, amici e preziosi collaboratori di TartAmare, hanno subito contattato l’associazione per trasferire la tartaruga al centro di recupero di Grosseto. “I volontari dell’associazione, diventata oramai un punto di riferimento importante per gran parte della costa toscana, mettono amore nella loro attività. E questa storia – racconta l’assessore Marras – ci spinge ad investire ancora di più in progetti di turismo sostenibile come “Costa e Isole toscane” o “Toscana plastic free”, perché un ambiente marino pulito e sano, che specie come le tartarughe caretta caretta scelgono ogni anno per nidificare, è il miglior biglietto da visita per la nostra regione nel mondo”. “Assieme a Tartamare, che ringrazio per l’infaticabile impegno dei volontari ed esperti nel recupero degli animali spiaggiati – aggiunge Monni -, in Toscana sono presenti altre tre onlus che si adoperano in questa attività:  il Parco della Maremma a Talamone, il Wwf a Massa e l’acquario di Livorno. Quest’anno abbiamo stanziato 16mila euro per finanziare queste quattro realtà fondamentali per la cura e preservazione delle specie marine e della biodiversità e che organizzano anche progetti per sensibilizzare i cittadini”.

Il primo maschio seguito in Toscana dal satellite
Trovare un esemplare di caretta caretta come Poseidone,  un adulto e soprattutto di sesso maschile, non capita molto spesso. I maschi sono infatti meno numerosi della tartarughe dell’altro sesso e vivono in mare aperto, avvicinandosi alle coste solo nel periodo primaverile per potersi accoppiare. Le femmine invece si spiaggiano più facilmente, perché si spingono fin sulla riva per deporre le uova. E lo fanno  anche in Toscana, nonostante nelle acque della penisola la presenza delle tartarughe marine, protette proprio perché a rischio estinzione, si sia fatta oramai rada: l’anno scorso sono comunque stati individuati lungo la costa da Grosseto a Livorno sei nidi, uno proprio a Castiglione della Pescaia, e dodici tentativi altrove di nidificazione. Una speranza per la sopravvivenza della specie, la cui difesa impegna così tanti volontari.  Mappare gli spostamenti di Poseidone sarà invece facile, grazie ai satelliti e alla tecnologia di un piccolo localizzatore ad alta precisione che gli è stato posto addosso e che funzionerà auspicabilmente per mesi. I maschi di tartaruga sono particolarmente difficili da studiare e solo poche informazioni sono al momento disponibili sui loro movimenti e sul loro comportamento in mare, in tutto il Mediterraneo.La tartaruga sarà studiata dai ricercatori del dipartimento di biologia dell’Università di Pisa nell’ambito del progetto “NatNet”, finanziato dalla Regione e che prevede il monitoraggio degli animali riabilitati dai centri di recupero. Come per l’appunto quello di Grosseto gestito da TartAmare, l’associazione scientifica locale che conta una quarantina di volontari attivi, tra esperti e biologi.  Il gruppo opera in sinergia con il Comune di Grosseto e altri comuni costieri fino a Pisa, è partner dell’Osservatorio toscano della biodiversità della Regione e si occupa di soccorrere, curare e rilasciare poi in mare le tartarughe in difficoltà, monitorare e tutelare i luoghi dove nidificano, sensibilizzare i cittadini, educarli per evitare comportamenti che mettano a rischio gli animali e organizzare percorsi di turismo sostenibile.