Biomasse forestali: false rinnovabili. Appello di Green Impact agli Eurodeputati che a breve voteranno in plenaria la revisione della Direttiva Europea sulle Energie Rinnovabili

Ogni anno sussidi per circa 17 miliardi di euro vengono erogati dall’Unione Europea per sostenere le biomasse forestali, una fonte energetica “falsamente” definita come rinnovabile. La biomassa legnosa produce, infatti, più CO2 di carbone, petrolio e gas; per essere prodotta, inoltre, distrugge le foreste – anche primarie, che assorbono CO2 – la biodiversità e gli habitat, sia nell’UE che in Stati terzi. Proprio le stufe a legna e pellet sono le principali responsabili dell’inquinamento atmosferico associato al riscaldamento domestico.  L’associazione Green Impact, membro italiano della coalizione europea Forest Defenders Alliance (FDA), “alza la voce” in vista della revisione della Direttiva UE sulle energie rinnovabili, in discussione a Bruxelles, il cui voto all’Parlamento Europeo, in plenaria, è previsto per la prossima settimana, e chiede che questa fonte energetica venga “rimossa” dalle rinnovabili e che i sussidi vengano utilizzati per rafforzare l’autonomia energetica con le “vere” rinnovabili come il solare e l’eolico. Per sottolinearne il pericolo di questa fake energetica, Green Impact ha diffuso un breve video divulgativo ‘Non prendiamoci in Girotondo’ che spiega gli impatti drammatici sul clima e sulla biodiversità dell’uso della biomassa forestale come energia su larga scala.“La biomassa forestale – dichiara Gaia Angelini, Presidente di Green Impact – non può essere conteggiata per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione di CO2 previsti dalle politiche europee sul Clima: si tratta, infatti, di una ‘fake rinnovabile legalizzata’. La biomassa è la maggiore fonte di energia (circa il 60%) tra quelle definite come ‘rinnovabili’ e la biomassa forestale ne costituisce la principale componente, rispetto agli scarti agricoli e i veri residui forestali, la cui definizione rimane, troppo vaga e flessibile nella normativa UE. Se si vuole far ricorso alla biomassa forestale come fonte energetica bisogna, in modo coerente e trasparente, rimuoverla dalla Direttiva sulle Energie Rinnovabili, in modo da classificarla adeguatamente come clima-alterante e contraria agli standard di sostenibilità, minimizzandone l’uso invece di incentivarlo”.

TUTTI I RISCHI DEL RISCALDAMENTO A LEGNA PER AMBIENTE E SALUTE

Il caro energia quest’anno colpirà anche una fonte a “buon mercato” come il pellet, la cui domanda è stata incentivata artificialmente, tramite sussidi per la produzione e agevolazioni fiscali per l’acquisto di stufe domestiche a pellet. Si stima che il pellet costerà, agli italiani, anche tre volte in più il prezzo dello scorso anno, con il rischio, visto che la maggior parte del pellet usato in Italia è importato dall’estero, di bruciare su vasta scala, per calmierarne il prezzo, anche le foreste italiane. I rischi per la salute, derivanti dall’utilizzo di stufe a legna e pellet, sono stati evidenziati in un rapporto di quest’anno di EPHA (EuropeanPublich Health Alliance – di cui ISDE – Associazione Medici per l’Ambiente Italiani – è membro), che rileva come, in Italia, le stufe a legna e pellet (usate sia per riscaldare che per cucinare) siano la principali responsabili dell’inquinamento atmosferico associato al riscaldamento domestico; un rapporto della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ha rilevato come la combustione di biomasse sia responsabile del 99% delle emissioni di particolato del settore residenziale, un inquinante responsabile di malattie respiratorie, anche croniche. Una stufa a pellet produce, di circa 10 volte, più particolato PM25 di un camion a gasolio, in proporzione all’energia prodotta e, sebbene rappresentino il 22% del consumo totale di energia finale delle famiglie, sono responsabili del 75% dei costi sanitari totali del paese di questo settore. Nell’UE la spesa sanitaria legata all’inquinamento dell’aria è stimata a 29 miliardi di euro all’anno.

Queste le principali raccomandazioni per il voto in Plenaria al Parlamento Europeo:

  • Eliminare la biomassa forestale dalla Direttiva sulle Energie Rinnovabili per classificarla come ‘fonte energetica non rinnovabile’.
  • Trasferire le risorse finanziarie, finora devolute agli impianti a biomassa forestale, verso fonti energetiche realmente rinnovabili, come il solare e l’eolico, per contribuire alla transizione ecologica invece di ostacolarla.
  • Dare priorità al riuso e riciclo di prodotti legnosi già esistenti invece di bruciare le foreste per produrne dei nuovi.