Oggi quinto appuntamento con i canti del Paradiso della Divina Commedia “rivisitata” dal poeta Piero Strocchi

53 (CANTO N 10 DEL PARADISO)

(SAN TOMMASO D’AQUINO E GLI ALTRI 11 SPIRITI SAPIENTI)
Luogo – (Quarto Cielo o Cielo del Sole);
Presenze – (Dodici Spiriti Sapienti della Prima Corona o Dottori della Chiesa);
Personaggi – (San Tommaso d’Aquino, Alberto Magno, Francesco Graziano, Pietro Lombardo, re Salomone, Dionigi di Atene, Paolo Orosio, Severino Boezio, Isidoro di Siviglia, San Beda il Venerabile, Riccardo di San Vittore, Sigieri di Brabante);
Argomento – (Descrizione delle caratteristiche teologiche dei dodici Dottori della Chiesa).
Beatrice ed io ascendemmo al Quarto Cielo o Cielo del Sole, alloggio degli Spiriti Sapienti – cioè degli spiriti appagati dalla visione di Dio – dei Dottori della Chiesa, fino ad allora dei precedenti il più illuminato.
La mia attenzione si concentrò sui versi che avevo già in mente di scrivere, e di ciò mi sentii evidentemente appagato.

54 (Ascesa al Quarto Cielo o Cielo del Sole, alloggio degli Spiriti Sapienti; Descrizione del Primo Movimento)
Il Cosmo si muove nell’Universo con un primo movimento, che è un movimento rotatorio della sfera del firmamento celeste intorno all’asse che congiunge i due poli dell’Universo,
Con il conseguente e successivo movimento rotatorio delle stelle nello stesso verso;
In avanti percepito, come se mantenesse un’andatura rotatoria,
Pur comunque restando sempre lì stazionaria.
Intorno ai novanta gradi la stella polare, mi apparve fissa, nella sua posizione, in alto alla mia destra,
Mentre nella direzione sinistra al mio sguardo, vedevo l’equatore celeste, in quell’apparente giostra.

55 (Descrizione del Secondo Movimento)
Il secondo movimento, anch’esso rotatorio, si sviluppa invece in senso orizzontale, lungo una circonferenza pur leggermente inclinata, chiamata “eclittica”, e riguarda lo Zodiaco, cioè il Sole, i Pianeti e le Costellazioni.
Esso si sviluppa entro uno spazio astronomico di venti gradi di altezza, neanche.
Questi due movimenti, nel loro progressivo divenire, creano quel che viene descritta come l’alternanza delle stagioni,
Che non posso ritener casuali, essendo risultanza della volontà di Dio onnipotente.

56 (Dante riesce a non smarrire il suo senno)
A quel punto del mio viaggio celeste, pur abbagliato da tal magnificenza, riuscii a non smarrire il mio senno.
Il Sole si trovava lungo l’eclittica, in uno dei due punti nel quale essa incrocia l’equatore celeste, cioè l’equinozio di primavera e quello d’autunno.

57 (Esortazione di Dante ad approfondire l’osservazione del Cosmo)
Per cui ora ti invito, mio lettore, dopo questa mia breve descrizione, a meglio approfondire sul Cosmo la tua osservazione,
A contemplarlo in ogni istante, e ad ammirarne la sua sublime organizzazione.

58 (Spiriti Sapienti: San Tommaso d’Aquino)
Mi apparvero tante luci sfolgoranti, che con Beatrice mi circondavano
Formando una corona intorno alla mia persona, e che anche me illuminavano.
Nel contempo cantando melodie armoniose,
Quasi si trattasse di polveri luminose,
Dalle quali promanava un alone simile a quello che circonda la luna a notte fonda, quando l’aria circostante si presenta umida.
E neanche il suono delle loro armonie, riuscii a narrare, pur se la mia mente in quel momento mi appariva florida.
Chi mi parlò si era presentato come un membro di quell’ordine Domenicano
Dove il non deviare dalla Regola, avrebbe arricchito di molto qualsiasi spirito terreno.
L’anima beata, lo Spirito Sapiente ed il Dottore della  ,  che verso di me assunse la parola, era San Tommaso d’Aquino, nato nel 1225 e vissuto sulla terra per meno di cinquant’anni; e lo Spirito Sapiente alla sua destra, lui mi disse che era quello di Alberto Magno di Colonia, il suo maestro che lo aveva iniziato in vita ai più elevati insegnamenti.
San Tommaso d’Aquino, fu il più sapiente e saggio tra i Filosofi e Teologi medievali, e la sua filosofia costituì una corrente di pensiero che si chiamò “Tomismo” oppur “Scolastica”, come meglio si crede.
In vita fece parte dell’Ordine dei Domenicani, che insieme ai Francescani era uno dei due Ordini mendicanti.
L’intera mia “Commedia” è pregna della filosofia tomista, che conciliò il pensiero di Aristotele con la dottrina di Cristo, dando maggior rilievo all’intelligenza, rispetto alla fede.
“La grazia divina risplende in te – questo fu la questione che mi pose San Tommaso – e si moltiplicherà man mano che tu salirai la scala del Paradiso, dalla quale nessuno è mai sceso senza risalire:
Ove qualcuno dei beati qui con me presenti – e siamo in tutto dodici – non desse soddisfazione alle tue brame di sapere, sarebbe come impedire all’acqua del fiume di fluire libera dal monte, e per naturale caduta, scendere a valle sino a confondersi con l’acqua del mare”.

59 (Spiriti Sapienti: Alberto Magno di Colonia)

Alberto Magno di Colonia, altro Spirito Sapiente, in vita era stato Domenicano anch’esso.
“Fu un filosofo tedesco – mi disse Tommaso – ed io lo conobbi tramite i suoi scritti di teologia di non comune spessore, tanto che i contemporanei lo chiamarono «DoctorUniversalis»”; e ai suoi scritti io stesso nella mia «Comedia» feci riferimento spesso.

60 (Spiriti Sapienti: Francesco Graziano)
Proseguendo nella descrizione degli altri dieci Spiriti Sapienti della Prima Corona,
L’anima beata di Tommaso me li presentò uno dopo l’altro, e la loro descrizione tanto piacere mi cagiona.
Poi mi presentò Francesco Graziano, nato nella Tuscia intorno al 1175, che fu in vita un monaco camaldolese, e che diffuse insegnamenti orali,
Ed a Bologna quel diritto canonico di cui fu il vero fondatore, e per il quale pose le più solide basi teologiche e culturali.

61 (Spiriti Sapienti: Pietro Lombardo)

Poi fu la volta di Pietro Lombardo, che si era dedicato in vita all’interpretazione del passo biblico, delle Lettere di San Pietro e del Libro dei Salmi e ancora ad altre scritture:
Io parlerò di lui nella «Comedia» come: “… quel Pietro che offerse a Santa Chiesa il suo tesoro”.
Nativo di Novara, al tramontar dell’XI° Secolo, già in vita venne nominato «Maestro delle sentenze», visto che la sua opera di riordino teologico fu apprezzato anche nel IV° Concilio Lateranense convocato nel 1215 da Papa Innocenzo III°, che rivisitò alcune ecclesiastiche strutture.
Nel 1159 fu nominato Vescovo di Parigi, ma l’anno successivo morì forse di vecchiaia, se non per altre cause che francamente ignoro.

62 (Spiriti Sapienti: Re d’Israele Salomone; Il Tempio di Gerusalemme; Il Giudizio di Salomone)

Proseguendo, Tommaso mi parlò del Re d’Israele Salomone nato nel 961 a.C. e rimasto in vita per poco più di sessant’anni, che terminò la costruzione del grande Tempio di Gerusalemme.
Famoso per la sua saggezza di cui si narra nella Bibbia, e per il famoso «giudizio di Salomone» espresso sulle due mamme,

E che ora brevemente narro: Il Re Salomone fu chiamato a giudizio
Susanna suo figlio aveva perso
Appena ch’era nato
Della sua scomparsa non avendone avuto alcun indizio.
E di notte non vista,

Il bimbo a Giovanna dalla culla ha rubato
Al posto del figlio, infausta la sorte,

Che d’improvviso aveva perduto.
Susanna ben sapendo del torto compiuto
Per via del dolore subito
Quale torto che aveva vissuto
Al giudizio si presenta agitata.
Giovanna a sua volta per il furto subito
Era certo una mamma assai disperata.
Re Salomone le due donne
Dopo averle sentite parlare
Lì per lì proprio non sapendo che pesci pigliare,

Di colpo decise il da farsi,

Ordinando agli schiavi di guardia
Prossimi al suo trono di avvicinarsi.
A loro ordinando che visti quei fatti,

Il povero bimbo dovesse esser fatto a pezzetti,

In modo da darne una metà a Susanna,

E l’altra metà alla disperata Giovanna.
Susanna accettò di buon grado quel duro responso,

Tanto quel bimbo suo comunque non era;

Giovanna desiderando lasciare suo figlio intonso,

A Re Salomone si rivolse sincera.

“Mio Re, tu sei molto saggio
Ma col cuore fammi ben dire:

Lascia quel bimbo a Susanna piuttosto che farlo morire”.

L’amore materno e il sincero coraggio,

A quel punto avendo Salomone capito
Ch’era proprio Giovanna
La mamma del bimbo che non fu più spartito.
La particolarità di quel contesto fu che certamente Tommaso mi parlò di Salomone,

Pur tuttavia senza farmi il suo nome.

63 (Spiriti Sapienti: Dionigi di Atene)

Dionigi di Atene fu il quarto Spirito Sapiente di cui mi parlò l’anima di Tommaso, che altre caratteristiche mi annotò.
Dionigi era nato ad Atene, città di cui fu anche Vescovo, ivi era vissuto nel I° Secolo d.C., esercitando notevole influenza sulla mistica cristiana con il suo “Trattato sulla trinità”, ma ancor di più con il suo “Trattato sulle gerarchie angeliche” ordinate in tre triadi, dove la prima triade è formata da Serafini, Cherubini e Troni; la seconda triade da Dominazioni, Virtù e Potestà; la terza da Principati, Arcangeli ed Angeli; che io stesso fedelmente manterrò nella stesura della «Comedia».

64 (Spiriti Sapienti: Paolo Orosio)
E ancora Tommaso mi presentò l’anima beata di Paolo Orosio, nativo nel 390 in Spagna, un Sacerdote molto credente,
Che fece i suoi studi di Teologia con Sant’Agostino, e scrisse contro le posizioni eretiche di Pelagio, un monaco irlandese che definì irrilevante il peccato originale, e di Priscilliano che fu il fondatore di un orientamento ascetico della fede avulso e distante dal sentiero ufficiale del Cristianesimo,
Tanto da venir nominato: “Avvocato dei tempi cristiani”.

65 (Spiriti Sapienti: Severino Boezio)

E ancora Tommaso riferì le sue parole a Severino Boezio, nato a Roma nel 480 che fu un illustre esponente della “Gens Anicia”, un ceppo di elevata spanna,
Pur essendo uomo di spicco,
Ingiustamente in vita venne accusato di tradimento, e in carcere fu recluso, ma nonostante tutto sopportò bene quel distacco.
Prima di morire riuscì a scrivere il “De consolationephilosofiae” ispirandosi ad immaginari dialoghi platonici, in cui scrisse di un terreno confronto con la Filosofia che lo consolava per la sua inaccettabile condanna.
Grazie alla conoscenza di quella sua opera più nota, io stesso ne trassi beneficio, perché alla morte di Beatrice grazie ai suoi scritti, riuscii a trasformare quell’amore da me concepito come irrealizzabile passione, in un amore dall’introspezione esclusivamente ideale.
Seppe assemblare e mediare il pensiero classico, romano o greco che fosse, con il nascente pensiero cristiano medioevale.

66 (Spiriti Sapienti: Isidoro di Siviglia, le parole primordiali e quelle convenzionali)

Fu poi il turno della presentazione di un altro Spirito Sapiente, lo spagnolo Isidoro di Siviglia,

Vissuto in terra per circa ottant’anni – tra la seconda metà del ‘500 e la prima metà del ‘600 – fu il più raffinato esperto di etimologia della sua epoca, una sorta di guardiano che le parole sorveglia.
Ed è per questo che venne detto l’archeologo della parola; perché partendo dallo studio del linguaggio, ricercò quell’unitario parlare che governava il mondo prima della “Torre di Babele” che separò l’umanità in diversi ed incomprensibili linguaggi.
La sua è stata anche una traccia filosofica per i posteri, con la sua originale distinzione posta tra quelle che lui chiamò «parole primordiali» che si differenziavano dalle «parole convenzionali» che lui definì «figlie di altre parole».
Certo, ogni sua considerazione sulla parola, rientrava in un più ampio contesto filosofico complessivo, ordinato secondo il preordinato equilibrio della creazione divina, nel quale anche le parole apparivano quale manifestazione di quel miracolo.

67 (Spiriti Sapienti: San Beda, l’uomo più erudito dell’Alto Medioevo)

Poi fu la volta di San Beda detto “il Venerabile”, uno Spirito Sapiente di nascita inglese, nell’anno 673; da tutti considerato l’uomo più erudito dell’Alto Medioevo.
Fu autore di una pregevole “Storia ecclesiastica degli Inglesi”, ancora oggi un riferimento letterario di rilievo.

68 (Spiriti Sapienti: Riccardo da San Vittore, il Magno contemplator; e Sigieri di Brabante, l’Averroista)

Gli ultimi due Spiriti Sapienti, a me presentati da Tommaso, furono Riccardo da San Vittore e Sigieri di Brabante.
Riccardo da San Vittore fu un monaco inglese o scozzese, che per undici anni, fino alla sua morte avvenuta nel 1173, fu Priore dell’abbazia benedettina di San Vittore nel vescovato parigino.
Fu detto: «Magno contemplator» per via dei suoi approfondimenti sul Libro dei Salmi, sul Cantico de’ Cantici, e sull’Apocalisse, risentendo fortemente dell’influenza di Sant’Agostino.
Sigieri, fu l’ultimo Spirito Sapiente che mi venne presentato.
Nacque nel ducato di Brabante, in territorio francese, e fu il capo dell’Averroismo latino unanimemente riconosciuto;
L’Averroismo fu una corrente filosofica che sposò le verità della fede con le ragioni della ragione aristotelica.
Questa sua posizione gli creò molto tormento in vita, essendo stato per ciò anche perseguito ed avendo assaporato l’amaro sapor del carcere, proprio a cagion di quelle sue idee; è pur certo innegabile che un personaggio così sfaccettato trovasse una sua motivata collocazione tra i dodici Dottori della Chiesa, perché la sua posizione si manifestò originale e caratteristica.

69 (Armonia del movimento della corona)
Infine descrivo l’armonioso movimento della corona, che appare perfetto come il meccanismo di un perfetto orologio; come il movimento del Sole, e come ogni ora nei monasteri viene puntualmente suddivisa.
Ma l’armonia di quel canto non è descrivibile e riconducibile a parole, perché solo chi l’ascolta in Paradiso può averne idea precisa.

 

 

 

70 (CANTO N. 11 DEL PARADISO)

(SAN TOMMASO D’AQUINO NARRA LA VITA DI SAN FRANCESCO)

Luogo – (Quarto Cielo o Cielo del Sole);
Presenze – (Dodici Spiriti Sapienti della Prima Corona o Dottori della Chiesa);
Personaggi – (San Tommaso d’Aquino, San Francesco ed anche San Domenico);
Argomenti – (Narrazione della vita di San Francesco; San Tommaso ed il suo biasimo per gli errori di alcuni monaci domenicani).
Non ha senso che l’uomo rivolga eccessive attenzioni
Al volgere esclusivo delle proprie azioni,

Cioè all’affannoso procedere delle miserie terrene, e quindi ad ogni più svariato negozio,

Caratterizzato o dal costruttivo fare oppur dal distruttivo ozio.
Io invece, da tutti questi nodi ormai son stato “sciolto”, essendo accompagnato da Beatrice attraverso i diversi Cieli,

Dove vengo gloriosamente accolto dalle folte schiere delle anime dei beati a Dio fedeli.

71 (Spiriti Sapienti: San Tommaso d’Aquino che narra a Dante)
La Prima Corona degli Spiriti Sapienti, aveva ormai compiuto un intero giro su sé stessa, ed ogni anima beata luminosa, era rientrata nella propria originaria posizione.
Il mio precedente interlocutore, il Domenicano San Tommaso d’Aquino, più che pria luminoso, riprese in quel maggior splendore il suo parlar, con rinnovata ragione.
“Il poter leggere nella mente di Dio, mi consente di interpretare i tuoi pensieri e di prestare la dovuta attenzione ai dubbi che invadono la tua mente, sia sul mio Ordine, che su Salomone, e sciogliere ogni matassa che la tua mente ha ingarbugliato.
La Provvidenza intervenne ad ausilio della Chiesa, disponendo la nascita di due grandi Prìncipi, che ognun di loro per libera scelta un saio spartano ha indossato.
San Francesco, ricco di ardore mistico, come i Serafini,

E San Domenico ricco di una sapienza illuminata dalla luce dei Cherubini.
Il mio parlare si dilungherà per questo
Sul narrarti delle gesta mirabili di San Francesco.

72 (Spiriti Sapienti: San Francesco e la città di Assisi)

Dalla parte dove è meno ripida la costiera del monte Subasio, in un suo naturale intarsio, si trova Assisi, il luogo che rivoluzionò la concezione degli eventi, perché proprio là
Nacque il Sole del mondo, Francesco, che per sua mistica scelta, si unì naturalmente con Madonna Povertà.
Fin dalla giovane età, a cagion di quella donna a cui nessuno, come la morte, riserva buona accoglienza,

La scelse come sua sposa, e nella sua vita la volle come indissolubile compagna; ella già vedova di Cristo essendo tempo addietro rimasta,

Per oltre mille e cento anni ignorata e di pretendenti essendo sempre stata sprovvista.
Così costruì la sua famiglia il buon Francesco, e senza riluttanza,

Creò il suo Ordine, quello dei Francescani, un Ordine di Mendicanti, che dall’umile cordone in vita era legato:

Con una Regola che prima da Papa Onorio III°, quindi da Papa Innocenzo III° e poi ancora tramite le stimmate ricevute da Cristo sull’Appennino, dallo Spirito Santo venne ratificato.
Mentre i suoi seguaci che sempre più erano numerosi,

Applicarono la sua Regola per libera e spontanea simbiosi.

73 (San Francesco e le stimmate)

Per ben due anni Francesco conservò quelle stimmate addosso, e quando l’anima abbandonò il suo corpo dentro al quale pur era reclusa, senza che più nulla ormai gli occorra,
Null’altro chiese come suo ultimo alloggio, che la nuda e spoglia terra.

74 (Adepti di San Francesco)
L’amore di Francesco per la povertà trascinò con sé numerosi adepti:
Il primo fu Bernardo di Quintavalle, e poi Egidio e poi Silvestro, e poi tanti altri ancora, fino a formare l’originaria famiglia di undici monaci, che tutti si ispirarono a quegli stessi principi, ed a quei comuni concetti;
E poi tanti altri ancora entrarono in quell’Ordine Mendicante, tutti coi fianchi cinti dal capestro, in vita tenuto non certo per un vezzo di beltà,
Bensì a sostituire la cintura, in segno di comune e consapevole umiltà.

75 (Spiriti Sapienti: San Domenico)

San Domenico fu degno collega di San Francesco nel mantener corretto in mare alto, il timone della barca di Pietro,
Pur tuttavia in buona parte, i monaci domenicani son diventati, col passar del tempo, pecore ghiotte di diverso cibo, deviando troppo spesso dalla Regola e non più tornando indietro.
Solo pochi restarono all’ovile, accanto al loro pastore, e vista la consistente riduzione di truppa,
Scarso sarà il panno che servirà per confezionar la loro cappa.
Scusami se mi sono espresso con parole di biasimo,
Nei confronti del mio stesso Ordine, ma nel caso numerosi più non fossimo.
Poc’anzi ti precisai che nel mio Ordine ci si arricchisce nello spirito,
Quanto più l’applicar della Regola non resti un far sbiadito”.
Così concluse questo undicesimo Canto
L’anima beata di San Tommaso, con un non celato senso di smarrimento …