Siena:Piano Operativo urbanistico; consigliere comunale Valentini ( Pd) , “ il Comune non può permettersi è di adottare il nuovo Piano senza aver ascoltato i cittadini, mettendoli in condizione di capire quali siano le proposte e gli obiettivi, magari usando il Coronavirus come espediente per bypassare gli opportuni passaggi democratici”

Dal consigliere comunale del Pd di Siena Bruno Valentini riceviamo e pubblichiamo

“Il principale limite del nuovo strumento urbanistico che il Comune di Siena si prepara ad adottare è già nelle parole con cui il Sindaco lo ha annunciato: “Si tratta delle norme generali riguardanti il patrimonio edilizio della città… Sono previsti cambi di destinazioni d’uso e novanta previsioni di trasformazioni (fra cui anche nuove edificazioni). Nonchè rotatorie, strade e parcheggi”. Ma questa non è pianificazione, bensì un mero elenco di iniziative edilizie, in parte private ed in parte pubbliche. Per una città come Siena, patrimonio del mondo ed esempio (pur con qualche sbavatura recente) di peculiare rapporto fra parte edificata e paesaggio, fra vuoti e pieni, la pianificazione è un atto complesso. Che non può non comprendere una attenta valutazione del dimensionamento atteso (quanti residenti, quanto turismo, quanto verde urbano, quanto traffico, ecc.) e di come conciliare l’uso del patrimonio edilizio con la salvaguardia dell’ambiente. Fra l’altro in un’epoca dove la sostenibilità non è una fissazione ideologica ma una necessità economica nonchè un’occasione di sviluppo. La proposta del nuovo Piano Operativo ha avuto un percorso trasparente fino alle ultime elezioni, ma poi è diventata appannaggio dei soli addetti ai lavori: amministratori, tecnici incaricati, vertici delle categorie economiche e degli ordini professionali. Quando l’assessore Michelotti rivendica il confronto con decine e decine di cittadini od imprenditori, ovvero gli incontri con i portatori di interessi privati che richiedono di poter costruire od un cambio di destinazione, rivela una mentalità aliena alla partecipazione collettiva ed incentrata sulla negoziazione con gruppi ristretti. In questi due anni non c’è stata una sola assemblea pubblica per comprendere e discutere le linee guida del Piano (del resto, nemmeno sulla presentazione preventiva  del bilancio), privando la popolazione e l’associazionismo di un diritto fondamentale. Così come è mancato il confronto con i Comuni contermini, che potrebbero trovarsi senza preavviso sul confine col Comune di Siena la previsione di  una nuova rotatoria o di una diversa viabilità.  L’obiettivo del Piano non può essere quello di massimizzare la rendita fondiaria. Una maggiore flessibilità normativa era un traguardo anche della precedente Amministrazione (ed infatti già cambiammo metà del Regolamento urbanistico), ma il nuovo strumento urbanistico non può ridursi a questo.  La crisi da pandemia lascerà vuoti tanti immobili, aumentando la percentuale del patrimonio inutilizzato ed accentuando il bisogno di privilegiare il recupero delle volumetrie rispetto alla nuove edificazioni. Ad ogni modo, quello che il Comune non può permettersi è di adottare il nuovo Piano senza aver ascoltato i cittadini, mettendoli in condizione di capire quali siano le proposte e gli obiettivi, magari usando il Coronavirus come espediente per bypassare gli opportuni passaggi democratici”.