Toscana: consiglio regionale approva a maggioranza nuova legge sui tartufi con il voto favorevole del Pd, l’astensione della Lega e di Fdi. Contro Italia Viva. La nuova legge è stata bocciata dalla Cia

L’assemblea regionale della Toscana ha approvato la nuova legge sui tartufi con il voto favorevole di 22 consiglieri del Pd, l’astensione della Lega e di Fdi e il voto contrario di Italia Viva. Bocciata anche dalla Cia Toscana . Secondo il consigliere regionale Pd, Andrea Pieroni,“l’intervento legislativo intende adeguare le norme alle nuove esigenze del settore e al mutato contesto nazionale. Introdotte nuove misure in materia di cerca, raccolta, coltivazione del tartufo e di valorizzazione del patrimonio tartuficolo toscano. Dopo quasi 30 anni, la Toscana ha la nuova legge sui tartufi che  introduce nuove disposizioni in materia di cerca, raccolta, coltivazione del tartufo e di valorizzazione del patrimonio tartuficolo toscano. Una normativa che innova e si confronta con l’attualità, a partire dal calendario, che tiene conto delle necessità biologiche dei territori e dei mutamenti climatici. Il nuovo calendario sposta, infatti, in avanti i termini per la raccolta dei tartufi. Il nostro obiettivo è stato quello di raggiungere un punto di incontro tra i diversi soggetti e le varie tradizioni che nei territori agiscono. È stato un lavoro intenso e complesso, lungo e articolato, tante sono state le osservazioni, le sollecitazioni e le proposte pervenute dai diversi attori in campo, talvolta anche in contrapposizione tra esse. Nella riscrittura delle norme abbiamo voluto contemperare il diritto alla libera ricerca da parte dei 4.000 raccoglitori in possesso del tesserino, con il ruolo prezioso delle associazioni dei tartufai, per il lavoro svolto nella manutenzione ed il ripristino ambientale delle aree tartufigene, ed il diritto alla raccolta riservata ai proprietari dei fondi. La presunzione di esserci pienamente riusciti sarebbe sicuramente eccessiva e pretenziosa. L’impegno invece c’è stato, convinto e pieno. Si apre ora il secondo tempo della vicenda, quella connessa alla definizione del Regolamento di attuazione”. Sulla nuova legge è intervenuto anche Valentino Berni, presidente Cia Toscana, secondo cui la nuova normativa  “ penalizza gli investimenti delle aziende agricole, ignorata la richiesta di concertazione con le organizzazioni agricole. Addirittura il “tartufo non è ritenuto un prodotto agricolo” – come affermato in Aula dalla presidente della commissione Sviluppo economico e rurale Ilaria Bugetti -, mentre, anche il PSR della Toscana prevede misure specifiche dedicate alle tartufaie coltivate .Il primo fatto che riteniamo grave – sottolinea il presidente della Cia Toscana, Valentino Berni – è la mancanza di concertazione fra le organizzazioni agricole ed il Consiglio regionale. Insieme a Confagricoltura Toscana, abbiamo chiesto un incontro che non ci è stato concesso, nel quale avremmo illustrato le priorità e le necessità del settore in Toscana, che rientra nell’attività agricola”. Un rammarico già espresso in una lettera inviata, da Cia e Confagricoltura, al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo, alla presidente della II Commissione Ilaria Bugetti, e alla vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi: “si evidenzia – hanno scritto le due associazioni – che non sono state svolte le consultazioni con le Organizzazioni Agricole, nonostante la proposta disciplini attività di primario interesse per le aziende agricole, rispetto ad un’attività che riguarda una parte importante del territorio regionale”. Nel testo di legge – afferma Cia Toscana – viene minata la libertà imprenditoriale, si stabilisce come realizzare una tartufaia controllata, e si interviene in modo puntuale su varie criticità, si vogliono tutelare i cercatori anziché i coltivatori professionali. Il tutto per un territorio più libero? “Ma come – aggiunge Berni -, dopo che tante aziende in Toscana hanno fatto investimenti importanti e hanno costruito attività imprenditoriali basate sulla coltivazione del tartufo, oggi vengono penalizzate e vessate a vantaggio di altri soggetti, perlopiù non professionali. E poi qual è il motivo di prevedere un corridoio di 50 metri fra una tartufaia e l’altra, anche nel caso che le due tartufaie facciano parte della stessa proprietà?”. Inoltre, nel testo emerge la totale assenza delle attività didattiche e visite guidate che si svolgono in Toscana all’interno degli agriturismi: “Uno degli aspetti che avremmo chiesto di inserire nella Legge, in un eventuale incontro che invece non c’è stato” aggiunge Cia Toscana.