Toscana : gelate; Marco Neri (Confagricoltura),“colpo di coda inverno mette a rischio un quarto della produzione” . Fedagripesca-Confcooperative:”giorni di Pasqua a rischio per viticolture, incubo 2021″

Il colpo di coda dell’inverno, con temperature destinate ad abbassarsi drasticamente tra oggi e il lunedì dell’Angelo, può mettere a serio rischio almeno un quarto della produzione agricola. L’ennesima stagione caratterizzata da caldo anomalo, infatti, ha fatto già sbocciare i germogli che adesso, con le gelate, possono andare persi”. A dirlo è il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri, commentando il repentino cambiamento climatico in corso. “Le correnti fredde che arrivano dai Balcani – aggiunge – determinano una situazione di profonda instabilità per tutta la filiera dell’agricoltura, dagli ortaggi agli alberi da frutto, senza dimenticare i vigneti che, anzi, rappresentano la porzione più vulnerabile delle nostre colture. Nella grande maggioranza dei casi le gemme si sono già dischiuse e il freddo sotto zero di questi giorni potrebbe inibirle, fino a renderne impossibile il recuperoUno scenario che auspichiamo di scongiurare a tutti i costi, memori dei danni che abbiamo patito nel recente passato”. Al momento, si evidenzia, l’unica contromisura possibile consiste nel mettere al riparo, per quanto possibile, tutte le colture che possono soffrire maggiormente lo sbalzo termico: “Ma ovviamente – conclude Neri – in molti casi questo non può accadere per via dell’estensione dei terreni. Per fare un bilancio, comunque, dovremo attendere che le temperature tornino a salire. C’è da augurarsi davvero che questa scia lunga dell’inverno non comprometta il nostro lavoro”.  Secondo il vicepresidente di Fedagripesca-Confcooperative Ritano Baragli è una “situazione delicata fino al 10 aprile, da scongiurare un danno come quello di due anni fa. Le tardive gelate di questi giorni pasquali, da oggi fino almeno al 10 aprile, pongono a serio rischio le nostre produzioni vitivinicole. L’auspicio è quello di scongiurare un dramma come quello vissuto nello stesso periodo del 2021, quando il 30% circa dei raccolti andò in fumo”.
La produzione più a rischio, viene evidenziato, è quella legata ai vigneti, ma non soltanto: “La vite – prosegue Baragli – è la specie destinata a patire maggiormente questi sbalzi di temperatura, anche perché sono più frequenti nelle zone interne della Toscana, quelle che ospitano la maggior parte delle coltivazioni. Rischia di non andare molto meglio però per gli orticoltori: alcune produzioni, come quelle legate alla colture agricole di pieno campo, potrebbero essere penalizzate. Un trend simile si registrerà senz’altro anche per gli alberi da frutto (pomacee, in particolare) ed in parte per i vivaisti, molti dei quali hanno già posizionato larga parte delle piante all’esterno”.