Piancastagnaio: è già un fiore all’occhiello del settore la Nuova Società Floramiata che , dopo alcuni anni di stop, ha riproposto l’evento “Porte Aperte” , il primo da quando è cambiata gestione.“Abbiamo dovuto ricreare motivazione nei dipendenti, fare una nuova programmazione per le piante – ha dichiarato l’Amministratore Delegato Marco Cappellini – ; oggi  l’Azienda è conosciuta in tutta Italia, abbiamo raddoppiato la clientela e intrapreso un cammino duro e faticoso per riportare l’impresa ad una gestione caratteristica positiva”.

 Di Giulia Benocci

 

La nuova società Floramiata ha riproposto l’evento “Porte Aperte” nel week-end che si è concluso oggi 10 novembre, il primo da quando due anni fa è cambiata gestione, dopo il fallimento. La Serra ha aperto le porte alla popolazione ed ha invitato tutti i clienti grossisti, provenienti da ogni parte d’Italia. La società agricola ha voluto così mostrarsi nuovamente al pubblico dopo due anni di lavoro intenso e faticoso,con orgoglio per l’alta qualità dei prodotti e degli impianti. Nell’aprile 2017 l’Amministratore Delegato Marco Cappellini (foto)  con altri 5 soci quali la Fideco Spa, la Giorgio Tesi Group, la Società Fll. Barile S.P.A, la LMS Energia e la Florovivaistica Bisceglia , ha ricostituito una società nuova di zecca, acquistando l’azienda in rovina. “Mi hanno fatto vedere quello che era accaduto, i bilanci, la storia del perché era fallita, mi hanno suscitato un interesse ed insieme ad altri soci abbiamo provato a fare questa scommessa – ha ricordato l’Amministratore Delegato – ; soci che potevano fare questo investimento senza indebitarsi”.La nuova gestione ha dato un nuovo impulso all’azienda, una ventata di positività ed ‘aria fresca’, l’ha rivitalizzata con nuovi investimenti e tecnologie all’avanguardia riconquistando il mercato italiano, è tornata ad essere un’azienda leader nel settore. La nuova gestione ha deciso di riassumere tutto il personale storico, in cassa integrazione dopo il fallimento. Inoltre sono stati assunte nuove figure giovani e altamente qualificate, come biologi, un ingegnere gestionale, il personale del reparto commerciale rigorosamente laureati in lingue, ulteriori addetti alla manutenzione, alla produzione ed alla logistica. L’azienda ad oggi ha creato lavoro per 145 dipendenti, tutti rigorosamente del territorio circostante. “Abbiamo dovuto ricreare motivazione nei dipendenti, fare una nuova programmazione per le piante, abbiamo lavorato molto in comunicazione e marketing per tornare a dare dignità all’azienda – ha aggiunto Cappellini – . Oggi l’Azienda è conosciuta in tutta Italia, abbiamo raddoppiato la clientela e intrapreso un cammino duro e faticoso per riportare l’impresa ad una gestione caratteristica positiva”.La proprietà di Floramiata si sviluppa su un terreno di 127 ettari e coltiva 60 specie di piante diverse, di cui 15 specie e 150 mila piante da esterno nella parte vivaistica; mentre nell’ambiente fiorifero si producono piante tropicali da interni. Queste sono una vera nicchia sul mercato perché in Italia non ci sono altri concorrenti e ciò è possibile grazie ad una caratteristica unica del terreno in cui si trova l’azienda.Con la geotermia nelle serre possono permettersi di riscaldare l’ambiente a 25-26°C costantemente con la fonte di energia rinnovabile. “La particolarità di questa serra rispetto alle altre in Italia, è che sfrutta il calore geotermico – ha chiarito il Direttore della Produzione Franco Capocchi – , possiamo avere il calore a prezzo basso e ci possiamo permettere di tenere le piante tropicali, cosa che i nostri concorrenti non riescono a fare perché devono usare fonti fossili e quindi molto più costose”. Ogni serra è di circa 5000 metri quadrati divisi in aree, ognuna con un responsabile Capo Area che coltiva 2 ettari, insieme agli altri operai a lui assegnati; le piante vengono prodotte dalla talea al prodotto finito, pronto per la vendita. Floramiata prende le piante tropicali direttamente in Centro America e in Cina e ne fa delle piante madri, poi vengono tagliati dei tranci da esse e portati nella serra di radicazione dove vengono piantati, fatti nascere e crescere. Il fiore all’occhiello dell’azienda inoltre è la meristematica, seguita e studiata dalle biologhe, ovvero un processo di clonazione delle piante. Le piante tropicali di punta coltivate sono lo Spatifillo, Anturio e Dieffenbachia, in cui sono gli unici al mondo a riprodurli in serra. Le caratteristiche del terreno geotermico favoriscono questo tipo di produzione, essi beneficiano della parte ‘povera’ del calore, sfruttando il più possibile ciò che il terreno regala sempre cercando di non inquinare. Nel vivaio ci sono esclusivamente piante da esterno, l’area è stata completamente rinnovata e preparata con rulli compressori per permettere ai carrelli di passarci tranquillamente sopra. Macchinari moderni e all’avanguardia vengono utilizzati, per esempio, per distribuire la corteccia (canna di bambù tritata) nei vasi, in modo che dentro non cresca erba. Le piante vengono prodotte per Tesi Group: c’è un contratto di coltivazione per il socio che ha assicurato all’azienda di comprare tutte le piante a 2.30 euro  ciascuna che poi rivende nel mercato estero, fino a che gli agenti di commercio non riescono a conquistare più terreno nel mercato estero e rivenderli da soli ad un prezzo leggermente maggiorato rispetto al prezzo di favore riservato al socio.La distribuzione delle merci è anch’essa  moderna e rinnovata, utilizzano carrelli danesi standard per ottimizzare i trasporti e le spese, sia per l’azienda che per i clienti, che ad oggi richiedono il servizio di magazzino a Floramiata per la merce comprata. Inoltre chiedono che gli sia spedita 2 o 3 volte la settimana e questo avviene  rapidamente per abbattere la concorrenza. Inoltre da gennaio 2019 l’azienda è dotata di un nuovo Programma “Codice 01” della Società di Software “01 Informatica”, per facilitare e velocizzare le spedizioni; ogni piano del carrello ha un Rfid Code, un’etichetta con uno specifico codice a barre, con cui è possibile ,senza controllare personalmente ogni pianta,  vedere  la specie ed ogni caratteristica del prodotto richiesto. I carelli vengono letti dal gate 1, se è tutto conforme con l’ordine del compratore il gate 2 da la conferma ed emette automaticamente la fattura elettronica, altrimenti emette un suono e l’operatore addetto ricontrolla l’ordine.L’azienda avrà vinto la scommessa fatta dai soci quando il contributo del credito d’imposta legato alla geotermia fara sì che l’azienda chiuda in utile autonomamente senza il contributo dato dall’Agenzia delle Entrate, secondo una normativa europea, prevista per chi si alimenta con un’energia rinnovabile. Floramiata paga ad Enel Green Power il riscaldamento e l’Agenzia delle Entrate restituisce una quota superiore a quella spesa. “Quando saremo autonomi dal credito d’imposta, cioè quando creeremo utile indipendentemente da esso, allora vinceremo la scommessa fatta con i miei soci, all’inizio di questa avventura – ha concluso l’Amministratore Delegato Cappellini – , siamo sulla buona strada, se continuiamo così entro 24 mesi ce la faremo”.