Il libro del mese di gennaio 2024:”HIMMLER, il burocrate dello sterminio”, di Richard David Breitman, Ed. Mondadori, 1991 . Una lettura necessaria per capire come il male riesca ad attraversare i decenni, i secoli  , indisturbato, camuffandosi. Cambia nome, nazionalità, ideologia, ma resta sempre, nella sostanza, il male

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Di Francesca Andruzzi

Gennaio, come ogni anno – da quel 20 luglio 2000 che vide la Legge n. 211 istituire la Giornata della Memoria – ci ricorda quel gennaio del 1945, precisamente il 27 gennaio 1945, giorno in cui furono abbattuti i cancelli di Auschwitz.Abbiamo pensato, perciò, di scegliere per voi un libro che potesse fornire uno spunto di riflessione, tra i tanti, sulla tremenda vicenda dell’Olocausto. Un libro diverso, forse, da quelli che i nostri affezionati lettori forse si aspettavano. Per celebrare la Memoria, siamo più abituati – e maggiormente inclini – alla lettura degli scritti di Primo Levi e di chi, come lui sopravvissuto al massacro, ha testimoniato le atrocità subite. C’è sempre stata, con ogni probabilità, una ritrosia a esaminare quanto accaduto partendo dalle biografie dei criminali nazisti. Eppure, proprio la conoscenza di questi soggetti – che definire esseri umani appare azzardato – dei loro pensieri che ne hanno determinato le azioni, può essere, anzi è di ausilio per una maggiore consapevolezza di cosa sia effettivamente il male. Il libro di Breitman è un vero capolavoro, poiché frutto di un intenso e faticoso studio condotto su migliaia di documenti. Ma non è stata solo la copiosità della documentazione ad affaticare l’Autore. Egli scrive, nell’ultima parte dedicata ai ringraziamenti: “Nei confronti di mia moglie Carol e dei miei figli David e Marc, che hanno accettato di buon grado le mie frequenti assenze e le mie veglie fino a tarda notte, mi sento di dovere il maggior debito. Carol ha letto e criticato i capitoli, e tutta la mia famiglia mi ha costantemente ricordato le gioie che illuminano l’umanità; ciò ha reso possibile che io affrontassi le tenebre di Himmler e della soluzione finale”. Le tenebre del male affaticheranno certamente anche i lettori. La biografia di Heinrich Himmler è la biografia del male. Si sente, spesso, il bisogno di prendere una pausa dalla lettura, ma, nello stesso tempo, forte è lo stimolo a riprendere perché Breitman ci fornisce particolari fondamentali per troppo tempo ignorati. Come quelli relativi a un intero mondo che sapeva. E che nulla ha fatto per impedire. E che, a volte, qualcosa ha fatto per agevolare una soluzione finale che l’Autore lascia intendere come programmata fin dagli albori del nazionalsocialismo, altrimenti detto nazismo. La imponente bibliografia testimonia la fondatezza della narrazione. La figura di Himmler è spaventosa come spaventoso fu ciò che egli riuscì a compiere. Naturalmente, non da solo. Ma, come si evince dal titolo dell’Opera, Himmler fu il burocrate dello sterminio. Una personalità opposta a quella di Hitler, anche se a quella di Hitler fusa nella devozione al male. Hitler ebbe bisogno di Himmler perché questi era un burocrate: preciso, meticoloso, ordinato. Si potrebbe arrivare ad affermare che senza Himmler ciò che accadde magari sarebbe accaduto ugualmente, ma con maggiore difficoltà.I nostri lettori sanno che questa rubrica non recensisce libri, ma cerca uno spunto di riflessione. Questa volta, lasciamo a voi interamente la ricerca. Noi abbiamo soltanto ragionato, al termine della lettura, su un dato inconfutabile: la necessità di conoscere meglio soggetti come Himmler per riconoscere, ai giorni nostri, il male che cambia nome, nazionalità, ideologia nel corso del tempo. Il male che così facendo riesce ad attraversare i decenni, i secoli indisturbato, camuffandosi. Cambia nome, nazionalità, ideologia, ma resta sempre, nella sostanza, il male.Riportiamo un passo, tratto dall’Opera che vi consigliamo per questo mese di gennaio 2024, che riporta un ordine di Himmler:“Il primo settembre, 6 ufficiali delle SS furono trovati nella foresta di Weniza nelle seguenti condizioni: erano stati spogliati dei loro vestiti e impiccati a testa in giù e le loro viscere erano state squartate. Un tale atto merita vendetta e poiché gli ebrei ne sono gli autori, noi li estirperemo totalmente. Anche il neonato nella culla deve venir schiacciato come un grasso parassita. Viviamo in un’epoca di ferro e dobbiamo far pulizia con la scopa di ferro. Ciascuno deve quindi fare il proprio dovere senza chiedere prima alla coscienza il permesso”. Nessuno ha mai saputo se fosse vero quanto descritto da Himmler nel proprio ordine riguardo ai sei ufficiali delle SS e se la responsabilità fosse di alcuni ebrei. Non era infrequente che le SS e soprattutto Himmler mentissero relativamente a degli accadimenti per giustificare le loro orribili azioni che mascheravano da reazioni, comunque sempre sproporzionate. Tutti sappiamo, però, che la vendetta, ancora oggi, viene presentata come giustizia; che non vengono risparmiati i neonati; che viene chiesto ai soldati di eseguire ordini senza chiedere alla coscienza il permesso. Questa è, ancora oggi, la ricetta di ogni guerra.Come nell’ordine di Heinrich Himmler.